Secondo i dati pubblicati dall’Ente nazionale di Statistica serbo, nel 2022 il commercio estero della Serbia è stato pari a 66,6 miliardi di euro, in aumento del 31,1% rispetto all’anno precedente. Scomponendo il paniere, le esportazioni serbe verso il resto del mondo hanno superato i 27,6 miliardi di euro, con una crescita del 26,3% rispetto al 2021, mentre le importazioni hanno raggiunto i 39 miliardi di euro, segnando un aumento del 34,8%. La bilancia commerciale serba rimane in deficit di circa 11,4 miliardi di euro, valore in aumento del 61,1% rispetto all’anno precedente.
Per quanto riguarda l’interscambio bilaterale con l’Italia, esso ha fatto registrare la cifra record di quasi 4,6 miliardi di euro (+10,5% rispetto al 2021), con 2,58 miliardi di export italiano (6,6% dell’import totale della Serbia) e circa 2 miliardi di import italiano (8,4% dell’export totale della Serbia). L’Italia è stata il terzo partner commerciale della Serbia e, nel dettaglio, quarto Paese fornitore (preceduta da Cina, Germania e Fed. Russa) e terzo Paese acquirente (dopo la Germania e la Bosnia-Erzegovina). Il saldo della bilancia commerciale si mantiene a favore dell’Italia ed è pari a circa 580 milioni di Euro. Scomponendo il paniere, infatti, le esportazioni italiane verso la Serbia sono cresciute del 12,2%, mentre le esportazioni serbe verso l’Italia hanno registrato un +8,3%. Dati, questi, molto significativi che testimoniano la dinamicità e la vivacità degli scambi commerciali tra i due Paesi.
L’Italia è uno dei più importanti investitori nel Paese. La presenza di imprese italiane si concentra in diversi settori strategici, tra cui l’energia, l’agricoltura, la finanza e l’industria tessile. Nello specifico, circa 1200 aziende italiane sono attive nel Paese, impiegando 50.000 dipendenti e contribuendo per il 5,5% del PIL nazionale serbo. Secondo i dati dell’Agenzia per lo sviluppo della Serbia (RAS), l’Italia rappresenta anche uno dei primi investitori esteri in Serbia, se si pensa che dei 42 miliardi di euro di IDE ricevuti dalla Serbia dal 2007, l’Italia ha contribuito al 10,9% di essi in termini di numero di progetti e all’11,8% in termini di valore.
Fra i principali settori di attività delle imprese italiane nel Paese, oltre a quello energetico con Fintel Energjia e dell’automotive con Stellantis (che di recente ha promosso la riconversione del suo storico impianto FIAT nella città di Kragujevac, con un nuovo modello di auto elettrica che verrà prodotto a partire dal 2024), grande rilievo hanno anche il bancario (Intesa Sanpaolo – prima banca in Serbia – e Unicredit detengono il 27,1% del mercato locale), assicurativo (Generali – seconda compagnia del settore in Serbia – e UNIPOL SAI-DDOR detengono il 32% del mercato serbo), tessile (Gruppo Benetton, Calzedonia, Pompea e Golden Lady) e agricolo (Ferrero).
In prospettiva, un settore che presenta interessanti opportunità è l’IT. Sin dal suo insediamento nel 2017, il Governo Brnabic ha indicato come priorità lo sviluppo di tale settore, imprimendovi una decisa accelerazione. Sono due i punti di forza a disposizione di Belgrado per promuovere la trasformazione digitale: l’eredità del sistema educativo jugoslavo, basato su una forte preponderanza delle discipline ‘STEM’ (Science, Technology, Engineering and Mathematics) e la solidità dei propri fondamentali macroeconomici, che consente di investire ampie risorse nel settore IT. L’Esecutivo sta stanziando fondi consistenti per formare personale qualificato e diffondere una cultura digitale tra i propri cittadini, oltre che per creare un ambiente di mercato favorevole, tanto da consentire al Paese di classificarsi tra i primi 15 al mondo per investimenti in ricerca e sviluppo. Ad oggi, la Serbia genera circa il 10% del proprio PIL dal settore ICT, ove operano oltre 3.300 aziende che impiegano oltre 47.000 persone. Nel 2022 l’export del settore IT ha fatto registrare una crescita del 45% rispetto al 2021, toccando i 2,6 miliardi di euro.
Inoltre, ottime opportunità potranno derivare dal rafforzamento del partenariato economico bilaterale, soprattutto nei settori delle infrastrutture, l’ambiente e l’energia, le nuove tecnologie e l’intelligenza artificiale, l’agri-tech. In questa ottica, il 21-22 marzo 2023 è stato organizzato il Business and Science Forum Italia – Serbia, che punta a segnare, anche simbolicamente, l’avvio di una nuova fase nei rapporti economici tra Roma e Belgrado, intercettando questi nuovi promettenti ambiti di collaborazione.
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