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Gentiloni, Steinmeier: «Italia e Germania unite nella sfida migratoria» (La Stampa)

Dopo i drammatici attentati di Parigi, Italia e Germania sono ancora più convinte della necessità di contrastare con fermezza e coesione il terrorismo. Allo stesso tempo, riteniamo fondamentale evitare qualsiasi confusione tra terroristi e profughi. Dobbiamo distinguere nettamente tra chi è portatore di odio e morte e chi – migliaia di donne, uomini e bambini – è in fuga da guerre, persecuzioni e dalla stessa violenza di Daesh.

Oltre alla drammatica minaccia del terrorismo, l’Europa ha di fronte una sfida migratoria che è epocale, globale e di lungo periodo.

La posta in gioco è alta. Nel dramma di migliaia di persone che fuggono guerre e povertà, e nell’imperativo morale di salvare prima di tutto le loro vite umane, sono in gioco i valori stessi – di pace, libertà e rispetto dei diritti umani – su cui è nata l’Unione Europea. Sono in gioco la nostra identità e coesione, il futuro stesso del progetto europeo.

In quanto Paesi fondatori della Ue, Italia e Germania hanno una responsabilità storica nel difendere i suoi valori, e ne hanno già data testimonianza concreta. L’Italia salvando più di centomila migranti nel Mediterraneo; la Germania concedendo rifugio a centinaia di migliaia di profughi, da ultimo siriani. Ma non basta. Siamo infatti convinti che nessuno Stato membro dell’Unione possa affrontare da solo un fenomeno di tale portata storica, visto che nel 2014 sono state quasi 60 milioni le persone costrette a fuggire dalle guerre, dalla violenza e da persecuzioni politiche nel mondo. Un numero che aiuta anche a comprendere quanto sia illusorio pensare di potersi opporre a queste dinamiche globali proponendo il ritorno a società autarchiche, protette da muri e chiuse alla diversità.

Il dilemma che oggi l’Unione Europea è chiamata a sciogliere non è dunque tra blindatura dei propri confini e accoglienza; né tra il nostro benessere e la nostra sicurezza – da un lato – e la solidarietà verso i profughi, dall’altro. La scelta che oggi dobbiamo compiere è tra governare il fenomeno o subirlo. È tempo di fare un balzo in avanti per giungere a delineare una risposta europea onnicomprensiva e di lungo periodo, ispirata a solidarietà e responsabilità.

Al fine di conseguire questo obiettivo, Italia e Germania continueranno a cooperare attivamente, articolando il loro comune contributo lungo quattro binari.

Anzitutto, vigileremo affinché gli impegni già presi dal Consiglio Europeo, e che segnano comunque un progresso incoraggiante, vengano pienamente attuati. Tra questi rientrano l’effettiva ricollocazione di 160.000 richiedenti asilo dagli Stati membri più esposti; la realizzazione degli hotspots; l’attivazione di un efficace sistema a livello europeo di rimpatri dei migranti economici. Ricollocamenti, hotspots e rimpatri costituiscono un pacchetto unico e integrato, da realizzare contemporaneamente in tutti i suoi volet.

In secondo luogo, Italia e Germania continueranno a promuovere presso le istituzioni europee e gli altri Stati membri la necessità di completare al più presto il quadro delle misure a disposizione della Ue per gestire la questione migratoria. Gli obiettivi principali su cui concentreremo la nostra azione sono l’affermazione di un sistema di ripartizione permanente e obbligatoria dei profughi che giungono nei Paesi europei di prima accoglienza; il superamento del Regolamento di Dublino con un comune sistema di asilo europeo; il rafforzamento della lotta ai trafficanti di esseri umani; l’apertura di nuovi canali legali di immigrazione affinché un’Europa in rapido invecchiamento possa cogliere anche le opportunità offerte da tale fenomeno.

Il terzo binario sul quale lavoreremo insieme, concerne una cooperazione più stretta con i Paesi di origine e transito dei flussi, con l’obiettivo di definire con loro un nuovo partenariato. L’11 e 12 novembre scorsi si è svolta a La Valletta un vertice tra i Capi di Stato e di Governo europei e africani al cui ordine del giorno figuravano tutti gli aspetti della questione migratoria, comprese le sue cause profonde. Italia e Germania sono già impegnate nel Corno d’Africa, anche attraverso progetti comuni nell’ambito del Processo di Khartoum. Oltre che con l’Africa, in via prioritaria l’Unione Europea dovrebbe intensificare la cooperazione sui temi migratori con la Turchia, sulla base del Piano d’Azione in corso di finalizzazione, e con i Balcani occidentali, esortando i Paesi della regione ad attuare le misure concordate nella riunione svoltasi il 25 ottobre scorso a Bruxelles.

Infine, Italia e Germania continueranno ad impegnarsi per contribuire alla stabilizzazione delle aree di crisi nel Mediterraneo. Non risparmieranno sforzi nel tentativo di aiutare la Libia ad uscire dalla guerra civile e dall’esigenza di favorire una transizione politica in Siria.

Ritrovare solidarietà e unità d’intenti per governare e non subire la questione migratoria rappresenterebbe un passaggio cruciale per l’Europa, anche per provare a ridare credibilità ad un processo di integrazione che, altrimenti, rischia di segnare nuovamente il passo.

E ciò proprio mentre si profila all’orizzonte politico l’anniversario dei sessant’anni dei Trattati di Roma, il prossimo 25 marzo 2017. Un’occasione da cogliere non soltanto per celebrare il passato, ma anche per riflettere sul futuro dell’Europa e per prepararne uno migliore.

(fonte Farnesina)