Buongiorno a tutti!
Ringrazio il Direttore Generale per il Sistema Paese, Ambasciatore Angeloni, per l’opportunità offertami di intervenire in questo panel, aprendo una finestra sui Balcani ed in particolare sui nostri rapporti economico-commerciali con la Serbia anche alla luce del patto per l’export.
Nonostante le inevitabili difficoltà legate alla pandemia, l’Italia continua ad essere il secondo partner commerciale della Serbia, terzo Paese fornitore e secondo Paese cliente, ed uno dei maggiori investitori stranieri presente nei principali settori dell’economia serba. In Serbia operano circa 1600 aziende italiane se consideriamo tutte le attività con una quota di capitale tricolore, che danno lavoro a circa 50.000 persone (incluso l’indotto) e generano oltre il 5% del PIL della Serbia.
Durante questo travagliato biennio, l’Italia non solo ha mantenuto queste posizioni – nonostante la concorrenza sempre più pressante, soprattutto da parte cinese – ma ha anche registrato una decisa impennata nell’interscambio con Belgrado: nei primi 10 mesi del 2021, infatti, il volume bilaterale ha superato i 3,4 miliardi di euro, con un aumento del +25,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Se scomponiamo il paniere, anche grazie al Patto per l’Export, le nostre esportazioni verso la Serbia sono cresciute del 20,4%.
Un dato, questo, che è ancor più rilevante in quanto in crescita non solo rispetto al 2020, ma anche rispetto al 2019. Se questo trend dovesse confermarsi anche per novembre e dicembre – come crediamo – potremmo persino superare il record dei 4 miliardi di interscambio bilaterale registrato nel 2018, in linea con il boom dell’export a livello nazionale.
Per un mercato come la Serbia, di poco meno di 7 milioni di abitanti, si tratta di un risultato molto significativo: basti pensare che in termini di classifica per totale dell’interscambio, la Serbia si avvicina a Paesi come Indonesia, Qatar, Israele.
Ora, sulla base di queste incoraggianti premesse, miriamo a far compiere un salto di qualità ai nostri rapporti economici con Belgrado, seguendo due direttrici principali:
– grazie alla fattiva collaborazione avviata con Cassa Depositi e Prestiti, di cui ha parlato stamani il Dr. Scannapieco, stiamo ponendo le basi per un suo ingresso in Serbia attraverso il sostegno al finanziamento di grandi progetti nel settore delle infrastrutture, a partire da quello ferroviario, ed in quello delle energie rinnovabili;
– puntiamo poi ad attrarre nuovi investimenti italiani in Serbia in settori innovativi come il digitale e la transizione ecologica, nei quali il Governo serbo sta investendo molto e che rilevano anche ai fini del negoziato di adesione di Belgrado alla UE.
Per fare tutto ciò intendiamo rafforzare ulteriormente il coordinamento tra gli attori del “Sistema Italia” – in Serbia presenti con ICE, Istituto di Cultura, Camera di Commercio Italo-Serba e Confindustria Serbia – associandovi anche i funzionari italiani alla guida degli Uffici regionali di BEI e BERS. Ciò per mettere ancora di più a frutto gli sforzi congiunti e gli strumenti a sostegno della ripresa e dell’internazionalizzazione, a partire dal Patto per l’Export. La domanda di Italia resta alta in Serbia e nel resto della regione balcanica: utilizzeremo quindi tutti gli strumenti a nostra disposizione per soddisfarla.
Vi ringrazio per l’attenzione.