“STRATEGIA VINCENTE” l’Ambasciatore d’Italia Carlo Lo Cascio per “Blic”: Grazie al green pass, l’Italia esce dalla pandemia
“L’Italia è pronta a sostenere la raccomandazione per l’apertura dei cluster 3 e 4 per la Serbia”, ha detto l’Ambasciatore d’Italia Carlo Lo Cascio. In un’intervista a “Blic”, Lo Cascio ha parlato del percorso europeo della Serbia, della collaborazione economica tra i nostri due Paesi, ma anche della strategia che ha dato all’Italia un vantaggio nella lotta alla pandemia.
L’Italia è stato uno dei Paesi più colpiti dall’inizio della pandemia; qual è oggi la situazione del Paese?
Dopo il periodo più buio dello scorso anno, l’Italia è ripartita meglio di altri grazie ad una campagna vaccinale, più efficace rispetto alla media europea, con l’83% della popolazione già vaccinata. Uno ‘’sforzo straordinario’’, come ha osservato il Presidente Mario Draghi che ha consentito di riaprire in sicurezza. Con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, poi, l’Italia punta ad investire in uno sviluppo solido, sostenibile, digitale ed inclusivo. Ma siamo anche tornati protagonisti sulla scena internazionale. La nostra Presidenza del G20 e la co-Presidenza della COP26 hanno raggiunto importanti risultati su clima, tassazione internazionale, vaccinazione globale e crisi umanitarie. Inoltre l’Italia avrà la Presidenza del Consiglio d’Europa.
Tutti i dipendenti pubblici e privati in Italia sono tenuti ad avere il “green pass”. Quali sono i risultati di questa misura?
Il quadro generale è positivo: l’Italia sta uscendo dalla pandemia grazie anche all’obbligo di “green pass” che ha favorito un aumento del numero delle vaccinazioni quotidiane, fino al 46 % in più delle prime dosi di vaccino somministrate. Il “green pass” si sta rivelando da noi una strategia vincente e sta consentendo un tracciamento capillare dei contagi. L’obiettivo del Governo è di raggiungere presto, già all’inizio del 2022, la soglia del 90% della popolazione over 12 vaccinata, intensificando nel contempo la campagna per la terza dose.
Il Ministero degli Affari Esteri italiano ha invitato i giovani dei Balcani Occidentali all’EU-Balkan Youth Forum, che si terrà a Roma. Perché è importante avere un formato in cui i giovani della regione e dell’UE possono discutere delle questioni comuni e cosa possono aspettarsi dal forum i partecipanti?
L’iniziativa nasce dalla volontà del Ministro degli Esteri Luigi Di Maio di coinvolgere direttamente i giovani, con eventi che ne alimentino una sorta di “educazione civica europea” e dai quali trarre spunti interessanti per la riflessione comune. È nato così l’EU–YOUTH BALKAN FORUM, un’iniziativa aperta agli universitari dei Paesi UE e dei Paesi dei Balcani occidentali che attraverso gruppi tematici, si domanderanno “Che vuol dire Europa?”. Gli spunti del forum, previsto a Roma dal 22 al 26 novembre, non resteranno su carta. Le proposte verranno affrontate nel corso della Conferenza sul futuro dell’Europa, permettendo anche ai giovani della Regione di esprimere la propria opinione, chiedendo oggi agli adulti dell’Europa che verrà, che tipo di Unione desiderano.
Il nuovo Progress Report annuale della Commissione Europea per la Serbia e’ stato valutato positivamente dal nostro governo. E’ d’accordo con questa valutazione?
L’Italia ha accolto con favore il Progress Report della Commissione Europea sulla Serbia. Ne condividiamo i giudizi positivi che, basati su valutazioni equilibrate del lavoro svolto, sono il risultato degli sforzi delle Autorità serbe. Resta però ancora molto da fare. Per questo è importante che le istituzioni serbe continuino a lavorare con la stessa determinazione nel percorso delle riforme, a partire da quella della giustizia, e nella preparazione delle prossime elezioni, anche in vista della prossima Conferenza Intergovernativa (CIG).
Il rapporto include la raccomandazione di aprire due nuovi cluster negoziali con la Serbia, ma il giudizio finale in merito spetterà agli Stati membri dell’UE. La Serbia può aspettarsi il sostegno dell’Italia in questo processo?
L’Italia è pronta a sostenere la raccomandazione della Commissione Europea di aprire i cluster 3 e 4 per la Serbia alla prossima CIG. Crediamo che la loro apertura sarebbe il giusto riconoscimento agli sforzi di Belgrado e manderebbe un messaggio incoraggiante alla Serbia, al popolo serbo e all’intera Regione sul loro futuro nell’UE. L’Italia è sempre stata una strenua sostenitrice dell’adesione della Serbia e dei Balcani Occidentali all’UE e continua a considerare le politiche dell’Allargamento il pilastro delle loro relazioni.
Lo scambio commerciale tra Italia e Serbia è superiore rispetto a quello del 2019, prima della pandemia. Quali settori hanno contribuito a questo incremento e in quali aree vede margine per ulteriori progressi?
L’interscambio bilaterale ha retto bene alla pandemia ed è ora tornato a crescere a ritmi sostenuti, come confermato dai dati più recenti: nei primi 9 mesi del 2021 il volume dei nostri scambi con Belgrado è cresciuto del 26,9%. Puntiamo a superare il record dei 4 miliardi del 2018, esplorando anche nuovi settori: dalla digitalizzazione alla transizione ecologica, dall’efficientamento energetico alle infrastrutture. Auspichiamo di poter annunciare presto progetti importanti per cui abbiamo già avviato i primi contatti.
Di recente ha guidato una visita del “Sistema Italia” in Vojvodina. Perché è stata scelta la Vojvodina come prima tappa dell’iniziativa e come è andata la presentazione?
L’Italia ha creduto e investito in Serbia sin dai primi anni 2000, creando un legame profondo e radicato con questo Paese con oltre 1.600 aziende con una quota di capitale italiano che continuano ad investire in Serbia. Ad ottobre abbiamo quindi lanciato, per la prima volta, un’iniziativa per presentare alle imprese italiane in Serbia e a quelle serbe che collaborano con il nostro Paese, le articolazioni del “Sistema Italia”: l’Ambasciata, l’ICE, la Camera di Commercio Italo-Serba e Confindustria Serbia. La Vojvodina è stata una scelta naturale perché vi operano circa 120 aziende italiane con quasi 10.000 dipendenti. Il successo di questa prima tappa ci spinge a realizzarne presto altre in diverse aree del Paese.
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