INTERVISTA: CARLO LO CASCIO, Ambasciatore d’Italia
LA SERBIA HA FATTO TUTTO IL POSSIBILE PER PROTEGGERE IL POPOLO
L’Europa ha bisogno di più solidarietà, questa è un’opportunità per un nuovo inizio
Occorre più solidarietà in Europa, questo è sicuro. Le esitazioni dei giorni scorsi nell’identificare una soluzione comune alla terribile sfida del coronavirus, non hanno di certo aiutato, ma mi sembra che ora stia prevalendo il buon senso. Il risultato dell’ultima riunione dell’Eurogruppo è un primo passo della risposta europea ma – a nostro avviso – non basta. Per questo, ci stiamo battendo per nuovi strumenti finanziari adeguati alla sfida che stiamo vivendo, una sfida che riguarda tutti gli stati europei. Dal nostro punto di vista, di fronte ad una crisi di questa portata, è senz’altro interesse di tutti (e non mi riferisco solo ai Paesi UE, ma anche ai Paesi candidati all’adesione) che si continui a lavorare per garantire il futuro dell’Europa intera. Perché qui non si tratta di singoli Paesi: « se cade uno, cadono tutti » ha detto il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Ciò che conta quindi è l’individuazione di soluzioni soddisfacenti per il popolo italiano e per tutti i cittadini europei.
Così nell’intervista per Novosti l’Ambasciatore italiano a Belgrado Carlo Lo Cascio commenta le critiche nei confronti dell’UE di cui alcune dicono che l’UE è stata bocciata all’esame di solidarietà e alcune persino che la pandemia causata dal coronavirus ha dimostrato che l’Unione – è morta
* Come vede l’UE una volta finita la pandemia?
– La crisi attuale, senza precedenti dalla fine della Seconda guerra mondiale, può offrire una possibilità di svolta per l’Unione Europea, di cui siamo da sempre orgogliosamente parte. L’Unione Europea è nata sulla scorta di valori, che qualche volta nel corso degli anni sono stati messi in secondo piano per lasciare spazio ad altri tipi di logiche. Sarebbe un buon punto di ripartenza se, oltre a trovare soluzioni adeguate per garantire il superamento dell’emergenza, l’Unione Europea potesse mettere a frutto, in questa fase di tutela, i nostri valori comuni, i diritti e le libertà fondamentali e la tenuta stessa dei nostri modelli sociali.
* Visto tutto quello che l’Italia ha vissuto finora, come vede le misure adottate dalla Serbia nella lotta contro il Coronavirus?
– Non sono un medico, né un esperto, ma vedo che le Autorità serbe hanno preso le misure necessarie per tutelare la popolazione – in linea con quanto fatto anche in Italia – e per fermare il contagio, in senso sia contenitivo che precauzionale. E’ fondamentale, in Serbia, così come in Italia, aderire adeguatamente, nel proprio interesse e in quello di tutti gli altri, alle indicazioni ricevute: stare a casa il più possibile può salvare la vita!
* Come commenta le misure economiche adottate dalla Serbia?
– Italia e Serbia hanno previsto rispettivamente, quasi nel contempo, misure a sostegno alle imprese in difficoltà. Per quanto riguarda il pacchetto italiano – come dicevo – è un provvedimento unico, imponente, che prevede una disponibilità fino a 400 miliardi di euro, di cui 200 per il sostegno all’esportazione, all’internazionalizzazione e agli investimenti. E’ un buon segnale che anche il Governo serbo abbia previsto un pacchetto ispirato agli stessi principi, nell’interesse delle proprie aziende e dell’economia nazionale. Tra i beneficiari vi saranno anche molte aziende europee e italiane che da anni operano ed investono in Serbia, contribuendo alla crescita e all’occupazione.
* Dall’Italia finalmente arrivano buone notizie, in termini del calo dei numeri di contagio e di decessi…
– In effetti, in questi giorni in Italia il numero totale dei ricoverati in terapia intensiva a causa del coronavirus sta diminuendo. Al tempo stesso, stiamo osservando una decrescita del numero dei contagiati e un aumento dei guariti, con un andamento variabile a seconda delle giornate. Auspichiamo davvero che, pur se lentamente, ciò possa significare finalmente un punto di svolta nel decorso della pandemia in Italia. Se il miglioramento dovesse essere confermato anche nei prossimi giorni, non dovremo comunque abbassare la guardia e dovremo continuare ad usare molte cautele, allo scopo di consolidare l’andamento in ripresa ed evitare che la curva dei contagi ricominci a salire.
MOLTI CI HANNO DIMOSTRATO L’AMICIZIA
* Da quali Paesi avete avuto il maggiore aiuto nella lotta contro la pandemia?
– Sono davvero tanti i Paesi che hanno fornito all’Italia aiuti in termini di personale medico, equipaggiamento sanitario, o che si sono offerti di assisterci in altro modo, ad esempio, con l’accoglienza di malati sul proprio territorio. Siamo a tutti molto grati e ci ricorderemo di coloro che ci hanno dimostrato amicizia e solidarietà. Il 7 aprile scorso, in occasione della Settantesima Giornata Mondiale della Salute, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha ricordato che l’umanità ha le risorse per debellare questo nuovo virus, come le ha per contrastare malattie e disagi particolarmente diffusi nelle aree più povere. L’impegno solidale per la salute è in questo momento la priorità da cui si può ripartire, che può diventare così un vettore di pace e amicizia, anche capace di influenzare positivamente le relazioni tra i Paesi.
D. Milinković