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Intervista dell’Ambasciatore Lo Cascio su “Blic”

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Intervista dell’Ambasciatore Carlo Lo Cascio al quotidiano Blic

 

Qual è la posizione italiana sulla decisione del Consiglio europeo di ottobre di non aprire i negoziati di adesione con la Macedonia del Nord e l’Albania?

Per noi si è trattato di un errore molto grave al quale dovremo porre rimedio. Come ha detto il Primo Ministro Conte, continueremo a lavorare a Bruxelles perché si creino presto le condizioni giuste per una decisione positiva sull’apertura dei negoziati di adesione con Macedonia del Nord e Albania. A nostro avviso è giusto premiare Skopje e dare un incoraggiamento a Tirana per proseguire il processo di riforma. Al tempo stesso, si tratta di dare un segnale positivo anche a Serbia e Montenegro che hanno già da tempo aperto i negoziati di adesione e, più in generale, all’intera regione balcanica sulla vitalità della prospettiva europea. Ancora oggi, riteniamo che la nostra visione sul ruolo della regione e sul suo futuro nell’UE sia quanto mai valida, nonostante le numerose difficoltà. Non intendiamo deflettere da questa posizione che riteniamo fondata. Su impulso italiano, si parlerà di allargamento al Consiglio Affari Generali del 19 novembre.

L’impegno del Presidente Conte è la migliore conferma della nostra costante attenzione per la regione balcanica: il Presidente Conte è stato l’unico capo di governo UE a essere stato a Belgrado e Tirana quest’anno e nei giorni scorsi, dopo la decisione del Consiglio Europeo, ha ricevuto a Roma prima il PM macedone Zaev e subito dopo il PM albanese Rama. Nel momento più difficile, è importante incoraggiare i Paesi della regione a proseguire gli sforzi intrapresi. Per questo, seguiamo con interesse ed attenzione l’iniziativa che il Presidente Vucic ha lanciato proprio con Zaev e Rama a Novi Sad. Siamo convinti che una più stretta cooperazione tra i Paesi della regione sia una premessa indispensabile per superare le logiche del passato e creare una comunione di obiettivi ed interessi, per migliorare le condizioni di vita dei cittadini.

Lei pensa che la prospettiva europea della Serbia sia messa a repentaglio?

Il negoziato di adesione è lungo e complesso, ma né per noi europei, né per i Paesi della regione ci sono alternative valide al processo di integrazione nell’UE. Per l’Italia, il posto della Serbia e dei Balcani è nell’UE! È uno sforzo congiunto: i Paesi candidati o potenziali candidati devono portare avanti i processi di riforma per adeguarsi agli standard comunitari e per allinearsi alle politiche dell’UE; a noi spetta fare la nostra parte al momento giusto, dando i dovuti riconoscimenti a chi ha ottenuto i risultati attesi. Certo, si può discutere di rivedere le modalità del processo negoziale ma ciò non deve trasformarsi in un pretesto per rinviare sine die il processo di adesione di nuovi membri, né per pensare a improbabili soluzioni a metà strada.

Come commenta i progressi serbi nel negoziato per l’adesione all’UE, soprattutto nei capitoli 23 e 24?

Abbiamo apprezzato il lavoro fatto da parte serba. Per noi è importante ribadire che la Serbia è e resta un Paese candidato che ha ben avviato il negoziato di adesione all’UE. Per questo, a dicembre il Ministro degli Affari Europei Amendola sarà a Belgrado. I 17 capitoli aperti e gli altri pronti per l’apertura sono una conferma della capacità serba di poter affrontare con successo il negoziato. È vero, non sempre le cose sono andate come auspicavamo, ma aprire nuovi capitoli significa permettere a Belgrado di fare ancora di più. Per questo, l’Italia rimane favorevole l’apertura di nuovi capitoli per la Serbia. Quanto alla loro chiusura, ciò dipenderà dalle riforme portate a termine e dalla loro qualità. Molto è stato fatto (in particolare in economia) e molto resta ancora da fare, soprattutto nella rule of law: indipendenza della magistratura, media freedom e lotta alla corruzione, per fare alcuni esempi importanti. Più si fa, e bene, meglio è.

Come vede (l’Italia) i prossimi passi del Dialogo tra Belgrado e Pristina?

È importante che le due parti tornino presto al tavolo del negoziato. Ci attendiamo che il nuovo Governo a Pristina, una volta insediatosi, ponga subito in essere comportamenti coerenti con lo spirito del Dialogo, abolendo i dazi. Siamo certi che Belgrado, da parte sua, saprà dare un contributo costruttivo alla ripresa delle trattative. Entrambe le parti devono esplorare tutti i margini negoziali a disposizione per giungere a una soluzione di compromesso sostenibile ed accettabile per entrambe, in grado di consolidare la stabilità nella regione.

La Serbia andrà a elezioni l’anno prossimo. Come commenta la decisione dell’opposizione di boicottare le elezioni?

Elezioni “free and fair” sono nell’interesse di tutti, del Governo, dell’opposizione, e soprattutto dei cittadini. Altrettanto dicasi per quanto riguarda la più ampia partecipazione di partiti alle prossime consultazioni. Ci attendiamo quindi che l’intero processo elettorale sia in linea con gli standard internazionali e che siano assicurate condizioni idonee per il miglior svolgimento possibile delle elezioni in primavera. Abbiamo registrato con favore l’impegno recentemente mostrato dal Governo a lavorare in tale direzione, anche in virtù dell’interlocuzione con ODHIR e auspichiamo che vengano varate misure efficaci per un “level playing field”. Ci auguriamo che maggioranza e opposizione raggiungano un’intesa su questi temi, grazie anche al dialogo avviato sotto gli auspici del Parlamento europeo, e che l’Assemblea Nazionale possa tornare ad essere sede di un salutare confronto politico tra i vari partiti.

Quest’anno, Italia e Serbia hanno celebrato 140 anni di relazioni diplomatiche e 10 anni di partenariato strategico. Come valuta le relazioni tra i due Paesi?

Il 2019 è stato un anno importante per i nostri rapporti con la Serbia, Paese che consideriamo fondamentale per gli equilibri nella regione balcanica. La visita del Primo Ministro Conte ci ha permesso di rilanciare il dialogo politico ad alto livello con Belgrado. Siamo poi stati il Paese partner alle Fiera Internazionale dell’Agricoltura di Novi Sad con 30 aziende, il nostro export sul mercato serbo rimane più che soddisfacente, le aziende italiane continuano ad investire qui (pochi giorni fa ho inaugurato uno stabilimento del Gruppo Ariston a Svilajnac), rimaniamo il secondo partner commerciale della Serbia. Lavoriamo anche per rafforzare la cooperazione nel settore delle infrastrutture e in quello delle nuove tecnologie. Alla fine di ottobre la missione del Ministro dell’Ambiente Sergio Costa ha rilanciato la collaborazione bilaterale in un settore cruciale anche per il negoziato di adesione all’UE. Infine, mi ha fatto molto piacere il grande successo delle iniziative in campo culturale promosse dall’Ambasciata e dall’Istituto Italiano di Cultura in occasione dei 140 anni di relazioni diplomatiche e dei 10 anni di partenariato strategico che abbiamo celebrato quest’anno.

L’Ambasciatore Lo Cascio: il posto della Serbia e dei Balcani è nella Ue

(ANSAmed) – BELGRADO, 15 NOV – “Per l’Italia, il posto della Serbia e dei Balcani è nell’Unione Europea”: lo ha detto l’Ambasciatore a Belgrado Carlo Lo Cascio, che ha definito al tempo stesso un “errore molto grave” il recente no del Consiglio Europeo all’apertura del negoziato di adesione con Macedonia del Nord e Albania. In una intervista apparsa oggi sul quotidiano belgradese Blic, Lo Cascio afferma che “né per noi europei né per i Paesi della regione ci sono alternative valide al processo di integrazione nella Ue”. Si tratta, osserva l’Ambasciatore, di uno sforzo congiunto – “i Paesi candidati devono portare avanti i processi di riforma per adeguarsi agli standard comunitari, a noi spetta fare la nostra parte dando i dovuti riconoscimenti a chi ha ottenuto i risultati attesi”. In questa ottica, il no di Bruxelles a Skopje e Tirana è stato un “errore molto grave” al quale si deve rimediare in tempi rapidi. E’ giusto infatti premiare quei due Paesi impegnati nel processo di riforme. E a questo riguardo l’Ambasciatore Lo Cascio ha sottolineato l’impegno del premier Giuseppe Conte affinché a Bruxelles “si creino presto le condizioni giuste per una decisione positiva sull’apertura dei negoziati di adesione con Macedonia del Nord e Albania”.
“Su impulso italiano, si parlerà di allargamento al Consiglio Affari Generali del 19 novembre”, ha detto Lo Cascio osservando come l’attenzione costante dell’Italia per la regione balcanica è dimostrata dal fatto che il Presidente del Consiglio Conte è stato “l’unico capo di governo Ue a essere stato a Belgrado e Tirana quest’anno”, mentre di recente ha ricevuto a Roma prima il Premier macedone Zoran Zaev e subito dopo quello albanese Edi Rama. Nell’intervista, l’Ambasciatore Lo Cascio esprime apprezzamento per le riforme e per il lavoro fatto finora dalla Serbia sulla strada verso l’integrazione nella Ue. “Per noi è importante ribadire che la Serbia è e resta un Paese candidato che ha ben avviato il negoziato di adesione all’Ue. Per questo, a dicembre il Ministro per gli Affari Europei Enzo Amendola sarà a Belgrado”. L’Italia, ha aggiunto, è favorevole all’apertura di nuovi capitoli negoziali per la Serbia. Molto è stato fatto, in particolare in economia, e molto resta ancora da fare, soprattutto per ciò che concerne lo stato di diritto – indipendenza della magistratura, libertà dei media, lotta alla corruzione. Sulla questione del Kosovo, Lo Cascio auspica che possa riprendere in tempi rapidi il dialogo tra Belgrado e Pristina. “Ci attendiamo che il nuovo governo a Pristina, una volta insediatosi, ponga subito in essere comportamenti coerenti con lo spirito del dialogo, abolendo i dazi” maggiorati del 100% imposti un anno fa sulle merci serbe.
L’Ambasciatore infine, in vista del voto della prossima primavera in Serbia, per il quale l’opposizione ha annunciato il boicottaggio, si augura che “l’intero processo elettorale sia in linea con gli standard internazionali”, e che “maggioranza e opposizione raggiungano un’intesa grazie anche al dialogo avviato sotto gli auspici del Parlamento europeo”.

Serbia-Italia. L’Ambasciatore Lo Cascio: il posto di Belgrado e dei Balcani è in Ue

Belgrado, 15 nov 10:24 – (Agenzia Nova) – L’Italia ritiene che il posto della Serbia e dei Balcani occidentali sia nell’Unione Europea: così l’Ambasciatore d’Italia a Belgrado, Carlo Lo Cascio, ha ribadito il sostegno italiano al processo di adesione del paese balcanico e della regione in un’intervista pubblicata oggi dal quotidiano “Blic”. “Si tratta di uno sforzo congiunto: i paesi candidati o potenziali candidati devono portare avanti i processi di riforma per adeguarsi agli standard comunitari e per allinearsi alle politiche dell’UE. A noi spetta fare la nostra parte al momento giusto, dando i dovuti riconoscimenti a chi ha ottenuto i risultati attesi”, ha detto Lo Cascio.

Riguardo al rinvio dell’apertura dei negoziati per Albania e Macedonia del Nord, Lo Cascio ha osservato che “per noi si è trattato di un errore molto grave al quale dovremo porre rimedio. Come ha detto il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, continueremo a lavorare a Bruxelles perché si creino presto le condizioni giuste per una decisione positiva sull’apertura dei negoziati di adesione con Macedonia del Nord e Albania. A nostro avviso è giusto premiare Skopje e dare un incoraggiamento a Tirana per proseguire il processo di riforma. Al tempo stesso, si tratta di dare un segnale positivo anche a Serbia e Montenegro che hanno già da tempo aperto i negoziati di adesione e, più in generale, all’intera regione balcanica sulla vitalità della prospettiva europea. Ancora oggi, riteniamo che la nostra visione sul ruolo della regione e sul suo futuro nell’Ue sia quanto mai valida, nonostante le numerose difficoltà. Non intendiamo deflettere da questa posizione che riteniamo fondata. Su impulso italiano, si parlerà di allargamento al Consiglio Affari Generali del 19 novembre”, ha precisato Lo Cascio aggiungendo che proprio l’impegno del Presidente del Consiglio Conte è “la migliore conferma” della costante attenzione dell’Italia per la regione balcanica.

L’Ambasciatore ha rimarcato che “il Presidente del Consiglio Conte è stato l’unico capo di governo Ue a essere stato a Belgrado e Tirana quest’anno e nei giorni scorsi, dopo la decisione del Consiglio europeo, ha ricevuto a Roma prima il Premier macedone Zoran Zaev e subito dopo quello albanese Edi Rama. Nel momento più difficile, è importante incoraggiare i paesi della regione a proseguire gli sforzi intrapresi. Per questo, seguiamo con interesse ed attenzione l’iniziativa che il Presidente della Serbia Aleksandar Vucic ha lanciato proprio con Zaev e Rama a Novi Sad”. “Siamo convinti che una più stretta cooperazione tra i Paesi della regione sia una premessa indispensabile per superare le logiche del passato e creare una comunione di obiettivi ed interessi, per migliorare le condizioni di vita dei cittadini”, ha detto Lo Cascio in riferimento all’iniziativa avviata da Serbia, Macedonia del Nord e Albania per creare una zona di libera circolazione di merci e persone. Il negoziato di adesione, ha poi osservato l’Ambasciatore, è lungo e complesso, “ma né per noi europei, né per i paesi della regione ci sono alternative valide al processo di integrazione nell’Ue”.

Riguardo ai progressi di Belgrado nel percorso Ue, Lo Cascio ha detto. “Abbiamo apprezzato il lavoro fatto da parte serba. Per noi è importante ribadire che la Serbia è e resta un paese candidato che ha ben avviato il negoziato di adesione all’Ue. Per questo, a dicembre il Ministro degli Affari Europei Vincenzo Amendola sarà a Belgrado. I 17 capitoli aperti e gli altri pronti per l’apertura sono una conferma della capacità serba di poter affrontare con successo il negoziato. E’ vero, non sempre le cose sono andate come auspicavamo, ma aprire nuovi capitoli significa permettere a Belgrado di fare ancora di più. Per questo, l’Italia rimane favorevole all’apertura di nuovi capitoli per la Serbia. Quanto alla loro chiusura, ciò dipenderà dalle riforme portate a termine e dalla loro qualità. Molto è stato fatto, in particolare in economia, e molto resta ancora da fare, soprattutto nel campo dello Stato di diritto: indipendenza della magistratura, libertà dei media e lotta alla corruzione, per fare alcuni esempi importanti. Più si fa, e bene, meglio è”.

Riguardo al processo di dialogo fra Belgrado e Pristina, Lo Cascio ha osservato che “è importante che le due parti tornino presto al tavolo del negoziato. Ci attendiamo che il nuovo governo a Pristina, una volta insediatosi, ponga subito in essere comportamenti coerenti con lo spirito del dialogo, abolendo i dazi. Siamo certi che Belgrado, da parte sua, saprà dare un contributo costruttivo alla ripresa delle trattative. Entrambe le parti devono esplorare tutti i margini negoziali a disposizione per giungere a una soluzione di compromesso sostenibile ed accettabile per entrambe, in grado di consolidare la stabilità nella regione”. Alla domanda sul prossimo appuntamento elettorale in Serbia, previsto nel 2020, Lo Cascio ha infine ricordato che “elezioni libere” e corrette sono nell’interesse di tutti, e auspicato a questo proposito che maggioranza e opposizione raggiungano un’intesa sul loro svolgimento anche grazie al dialogo avviato con il sostegno del Parlamento europeo.

L’Ambasciatore ha anche ricordato che quest’anno Italia e Serbia hanno celebrato 140 anni di relazioni diplomatiche e 10 anni di Partenariato strategico. “Il 2019 è stato un anno importante per i nostri rapporti con la Serbia, paese che consideriamo fondamentale per gli equilibri nella regione balcanica. La visita del Primo Ministro Conte ci ha permesso di rilanciare il dialogo politico ad alto livello con Belgrado. Siamo poi stati il paese partner alle Fiera dell’Agricoltura di Novi Sad con 30 aziende, il nostro export sul mercato serbo rimane più che soddisfacente, le aziende italiane continuano ad investire qui (pochi giorni fa ho inaugurato uno stabilimento del Gruppo Ariston a Svilajnac), rimaniamo il secondo partner commerciale della Serbia. Lavoriamo anche per rafforzare la cooperazione nel settore delle infrastrutture e in quello delle nuove tecnologie”, ha affermato l’ambasciatore.

Il capo della missione diplomatica ha quindi evidenziato che “alla fine di ottobre la missione del Ministro dell’Ambiente Sergio Costa ha rilanciato la collaborazione bilaterale in un settore cruciale anche per il negoziato di adesione all’Ue. Infine, mi ha fatto molto piacere il grande successo delle iniziative in campo culturale promosse dall’Ambasciata e dall’Istituto italiano di Cultura in occasione dei 140 anni di relazioni diplomatiche e dei 10 anni di Partenariato strategico che abbiamo celebrato quest’anno”.