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Procuratore Roberti, riunione a Belgrado procuratori regione e’ modo per ricordare Falcone

Procuratore Roberti a Belgrado

 

Balcani: Roberti a Belgrado, armonizzare sistemi informatici
‘Per facilitare comunicazione e scambio dati in lotta a crimine’
(ANSAmed) – BELGRADO, 26 MAG – L’Italia vuole estendere a tutti gli altri Paesi dei Balcani il metodo di stretta e fruttuosa collaborazione instaurata con la Serbia in fatto di lotta a criminalita’ organizzata e corruzione. Lo ha detto il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti, intervenuto oggi a Belgrado a una conferenza regionale organizzata dalla locale missione Osce e dedicata al rafforzamento della cooperazione anticrimine nei Balcani. Alla riunione, che proseguira’ anche domani, con Franco Roberti erano presenti procuratori speciali anticrimine, magistrati e alti funzionari di tutti i Paesi della regione, affiancati da rappresentanti oltre che dell’Italia anche di Svezia, Francia, Germania, Austria, Usa, Olanda e Europol. L’idea della conferenza regionale si collega alla decisione del ministero della giustizia italiano di donare tre anni fa alla procura speciale serba per la lotta al crimine organizzato il software italiano SIDDA/SIDNA per la gestione dei dati investigativi, un sistema creato e sviluppato dalla Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo (Dna), e sul quale il ministero degli esteri e della cooperazione ha contribuito in questi mesi con propri fondi per un totale di 100 mila euro, facendo diventare l’Italia il primo contributore al progetto.

“La nostra idea e’ di esportare questo sistema di banca dati a tutte le procure della regione balcanica, in modo da armonizzare i vari sistemi informatici”, ha affermato il procuratore Roberti. “Se tutti avremo lo stesso sistema informatico sara’ piu’ facile comunicare e scambiare dati”.

Collaborazione internazionale contro il crimine e le mafie, ha osservato Roberti, che era alla base del progetto di Giovanni Falcone. E al giudice Falcone, assassinato dalla mafia 24 anni fa, si e’ riferito l’ambasciatore d’Italia a Belgrado Giuseppe Manzo, che intervenendo in apertura di lavori ha menzionato il gruppo di studenti serbi che nei giorni scorsi erano a Palermo con altri 50 mila giovani e ragazzi per ricordare il giudice Falcone. “Il fatto che nove ragazzi di Belgrado siano andati a Palermo per far sentire la loro voce e’ forse per noi l’incentivo maggiore a lavorare per un risultato concreto di questa riunione”, ha detto l’ambasciatore.

Nel contrasto al crimine organizzato e alla corruzione, ha aggiunto il procuratore Franco Roberti, l’Italia ragiona in un’ottica europea, relativa non solo allo spazio Ue ma anche a tutti gli altri Paesi che aspirano a entrare nell’Unione, come e’ il caso dei Balcani occidentali. “E complementare alla condivisione dei sistemi informatici e’ anche la buona prassi dei memorandum d’intesa, che l’Italia ha concluso praticamente con tutti i Paesi della regione balcanica”.
Si tratta, ha spiegato il procuratore, di “accordi di cooperazione giudiziaria” che prescindono dalle intese bilaterali a livello politico per concentrarsi sul piano operativo e sui modi concreti di comunicare e scambiare dati.
“E’ necessario fare fronte comune contro fenomeni quali criminalita’ organizzata e corruzione che sono strettamente collegati”, e che si alimentano a loro volta negli intrecci con terrorismo e traffici di migranti, fenomeni che sono purtroppo dilaganti e di stretta attualita’. “Corruzione e criminalita’ hanno effetti devastanti sull’economia globale dell’Unione europea, con un danno calcolato in 120 miliardi di euro all’anno”, ha sottolineato Roberti, per il quale “tutto cio’ richiede una coesione sempre piu’ stretta tra i vari Paesi”. Con gli altri procuratori presenti Franco Roberti ha firmato oggi a Belgrado una Dichiarazione d’intenti sulla volonta’ di intensificare ai vari livelli la lotta al crimine e alla corruzione.

“Questa conferenza – ha commentato Roberti con i gionalisti – e’ anche un modo per ricordare Giovanni Falcone non in maniera sterile e solo a parole, ma con i fatti. Noi quete cose le facciamo nel ricordo e anche nell’attuazione dell’insegnamento di Falcone”. Giovanni Falcone, ha ancora detto il procuratore, diceva che gli uomini cambiano ma le idee camminano sulle gambe degli altri uomini. Noi queste idee le raccogliamo, le portiamo avanti e le realizziamo con questi accordi internazionali”.

Procuratore Roberti a Belgrado  Procuratore Roberti a Belgrado 

Serbia-Italia: procuratore Roberti, riunione a Belgrado procuratori regione e’ modo per ricordare Falcone
Belgrado, 26 mag – (Nova) – La Riunione dei procuratori speciali della regione, con la presenza della direzione antimafia italiana, e’ anche un modo per ricordare Giovanni Falcone non solo a parole ma con fatti concreti. Lo ha dichiarato il procuratore nazionale antimafia, Franco Roberti, in un’intervista concessa alla stampa italiana a Belgrado. Roberti ha cosi’ commentato l’evento di due giorni avviato oggi nella capitale serba e che riunisce per la prima volta tutti i capi delle procure speciali per il contrasto al crimine organizzato dei paesi dell’area. La due giorni e’ organizzata dalla missione dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) in Serbia e nasce da un’idea condivisa dallo stesso Robert i nel corso della sua precedente visita a Belgrado nel dicembre 2013.

“Noi facciamo queste cose – ha detto Roberti – nel ricordo e nell’attuazione dell’insegnamento di Falcone. La data odierna cade in modo casuale nei giorni della sua commemorazione, ma a noi piace ricordare Falcone e Borsellino dando attuazione a quelle che erano le loro idee.
Falcone diceva: gli uomini cambiano, ma le idee camminano sulle gambe degli altri uomini che le raccolgono. Noi raccogliamo queste idee, le portiamo avanti e le realizziamo anche attraverso accordi a livello internazionale”.

L’apertura dei lavori ha contato gli interventi dell’ambasciatore d’Italia, Giuseppe Manzo, di quello degli Stati Uniti, Kyle Scott, e di quello della Norvegia, Arnes Sannes Bjornstadt, che rappresentano i tre paesi maggiori contributori al progetto Osce a favore del sistema giudiziario serbo. Il progetto ha previsto l’installazione presso la procura speciale serba per la lotta al crimine organizzato del software italiano SIDDA/SIDNA per la gestione dei dati investigativi, creato e sviluppato dalla Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo (DNA), donato alla Serbia dal nostro ministero della Giustizia e sul quale il ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale (Maeci) ha cont ribuito in questi mesi con propri fondi facendo diventare l’Italia il primo contributore al progetto.

Il programma della Riunione dei procuratori ha previsto oggi la presenza, fra gli altri, del sottosegretario alla Giustizia, Radomir Ilic, e di quello presso il ministero dell’Interno, Aleksandar Nikolic. La sezione dedicata alla cooperazione bilaterale Serbia-Italia nella lotta al crimine organizzato ha contato gli interventi di Roberti e del capo della procura serba contro il crimine organizzato, Mladen Nenadic. E’stata inoltre firmata una dichiarazione per la cooperazione fra gli uffici delle superprocure. La due giorni trae spunto dall’imminente completamento del progetto di installazione in Serbia del software italiano, e obiettivo ultimo e’ quello di presentare la “best practice” della collabora zione operativa italo-serba in questo settore quale modello di riferimento per la regione balcanica e mettere in rete, attraverso l’estensione del software agli altri paesi dell’area, le procure speciali della regione consentendo di migliorarne esponenzialmente le capacita’ investigative su indagini transnazionali di criminalita’.

“Le ‘best practices’ che vogliamo diffondere – ha precisato Roberti alla stampa italiana – sono fondamentalmente due: la prima riguarda l’utilizzo della banca dati della procura nazionale antimafia, il cui software e’ stato donato alla procura speciale serba per condividere la prassi di raccolta, di elaborazione e di circolazione delle informazioni. Il nostro sistema SIDDA/SIDNA (sistema informativo direzione nazionale – sistema informativo direzione distrettuale) non e’ soltanto un archivio di dati ma e’ un sistema che analizza ed elabora, incrociando i vari dati per ricavarne ulteriori sviluppi di conoscenza. Il nostro lavoro si fonda in buona parte sull’attivita’ di banca dati, ovvero raccogliamo nella banca dati tutte le informazioni che provengono dalle procure distrettuali e dai servizi di polizia e poi le rielaboriamo e rilanciamo in term ini di coordinamento e di impulso investigativo. Questo e’ il nostro sistema e adesso lo condividiamo con i serbi. La nostra idea e’ quella di esportare questo sistema di banca dati in tutte le procure della regione balcanica armonizzando cosi’ i sistemi informatici. Se noi tutti disporremo in futuro dello stesso sistema informatico sara’ piu’ facile comunicare. Il nostro ministero della Giustizia ha effettuato una donazione alla Serbia su nostra richiesta. Stiamo facendo la stessa cosa con la Romania, e lo abbiamo promesso anche al Montenegro e alla Macedonia.

Il vero obiettivo, ha spiegato Roberti, non e’ solo il contrasto a gruppi criminali in Italia bensi’ in tutta Europa. “Noi ragioniamo in un’ottica europea – ha osservato – che non abbraccia solo l’Unione europea ma anche i paesi candidati e potenziali futuri membri dell’Ue. In quest’ottica europea e transnazionale vogliamo condividere le nostre buone prassi con tutti gli altri paesi, per facilitare lo scambio informativo e il dialogo fra ordinamenti giuridici”. La seconda “buona prassi” , complementare alla prima, e’ quella dei memorandum d’intesa. “Noi ce li abbiamo attualmente, fra i paesi dell’area, con la Serbia, con la Romania, con l’Albania, con l’Ungheria, con la Bulgaria, con la Macedonia, con il Montenegro, la Croazia, ovvero quasi tutti.

I memorandum – ha osservato il procuratore – sono degli accordi di cooperazione giudiziaria che prescindono dagli accordi bilaterali a livello politico, i quali sono sotto forma di trattato. Noi facciamo invece dei memorandum d’intesa operativi, decidiamo come e cosa scambiare, definiamo i punti di contatto e tutte le prassi operative”.

Giovanni Falcone e’ stato ricordato anche dall’ambasciatore d’Italia a Belgrado, Giuseppe Manzo, nel suo intervento d’apertura dei lavori. “Quelli che vedete – ha detto Manzo dinanzi ad una foto proiettata in sala – sono gli studenti del Terzo Liceo di Belgrado. Tre giorni fa erano a Palermo con altri 50 mila ragazzi per ricordare Giovanni Falcone, campione della lotta al crimine organizzato ucciso 24 anni fa dalla mafia”. Lo striscione portato dai ragazzi, che mostrava in serbo ed in italiano la frase “Legalita’ e’ liberta’”, secondo Manzo mostra inoltre che “fuori dall’Italia l’italiano e’ anche la lingua della legalita’, oltre a quella dell’arte, della scienza ed in Serbia anche dell’economia”.

Manzo ha ricordato infine che proprio a Belgrado e’ stata intitolata un’aula di giustizia a Falcone, a conferma dello speciale legame tra Italia e Serbia. L’ambasciatore ha sottolineato l’impegno dell’Italia a favore del sistema giudiziario serbo, ricordando due progetti: il primo si concretizza nella Riunione avviata oggi, mentre il secondo, realizzato dall’Osce, vede il nostro paese in prima fila fra i maggiori contributori e riguarda l’adattamento per l’ufficio della procura speciale serba del sistema informatico SIDNA/SIDDA. “L’Italia – ha detto Manzo – n on ha solo donato il software e il know-how con il quale operare, ma nei mesi scorsi abbiamo dato un contributo finanziario al progetto Osce insieme ad altri donatori quali Stati Uniti e Norvegia”.

La settimana scorsa inoltre, ha detto ancora Manzo, il ministero degli Affari esteri ha allocato ulteriori 30 mila euro, portando il contributo totale dell’Italia alla cifra di 100 mila euro. “Un sistema giudiziario meglio equipaggiato e’ la migliore garanzia per il rafforzamento dello stato di diritto – ha concluso Manzo – e per assicurare un efficace sistema giudiziario contro il crimine. Entrambi i punti sono al cuore dei negoziati di adesione della Serbia all’Unione europea, nell’ambito dei quali l’Italia sostiene fortemente l’apertura dei capitoli 23 e 24”. La Riunione dei procuratori speciali si svolge sulla falsariga di un’ analoga iniziativa, promossa dall’Italia e dalla Serbia, che nell’ottobre del 2013 aveva portato a Belgrado i capi delle polizie della regione balcanica e alla quale aveva preso parte l’allora capo della polizia italiana, Pref. Alessandro Pansa.

L’Italia e’ altresi’ presente nei Balcani attraverso il programma regionale “Fight Against Organized Crime: International Cooperation in Criminal Justice”, gestito dal nostro ministero dell’Interno con fondi europei di preadesione Ipa per un importo di 5 milioni di euro. Il programma regionale Ipa ha in questi mesi fornito supporto, in collaborazione con le forze dell’ordine italiane, alle attivita’ operative delle polizie dei Balcani consentendo la positiva conclusione di complesse indagini transnazionali su reati quali traffico illecito di esseri umani, armi e stupefacenti. Attraverso queste attivita’ l’Italia sostiene il processo d’integrazione europea della Serbia in un settore, quello della cooperazione giudiziaria e di polizia, dove Belgrado e’ prossima all’apertura dei relativi capitoli negoziali (23 e 24) nel suo percorso di adesione all’Unione europea.

Procuratore Roberti a Belgrado  Procuratore Roberti a Belgrado 
Procuratore Roberti a Belgrado  Procuratore Roberti a Belgrado 

 

Discorso dell’Ambasciatore d’Italia in Serbia, Giuseppe Manzo, alla Conferenza Regionale dei Procuratori, ufficiali di polizia e organismi internazionali

Managing complex data in organized crime and corruption cases

Belgrado, 26-27 maggio 2016

“Signori Segretario di Stato, Signori Procuratori, Cari colleghi, Signore e Signori,

Vorrei iniziare con una foto (proiezione della foto).

Quelli che vedete sono gli studenti del III Liceo di Belgrado. Tre giorni fa erano a Palermo con altri 50mila ragazzi per ricordare Giovanni Falcone, campione della lotta al crimine organizzato ucciso 24 anni fa dalla mafia.

Ho pensato che questa foto potesse essere il modo migliore per aprire questa conferenza.

Per due motivi:

Primo, perche’ evoca una figura che ha praticamente inventato la cooperazione internazionale contro le mafie, Giovanni Falcone. A lui Belgrado ha intitolato un’aula di giustizia a conferma dello speciale legame tra Italia e Serbia. Oggi voi siete qui proprio per iaffermare
l’importanza della cooperazione internazionale nella lotta al crimine organizzato.

Secondo, perche’ il fatto che 9 ragazzi di Belgrado siano andati a Palermo per far sentire la loro voce e’ forse per noi l’incentivo maggiore a lavorare per un risultato concreto di questa riunione. Sono sicuro che da Belgrado procuratori, funzionari di polizia, funzionari internazionali, sapranno rispondere a questo appello che viene dalla societa’ ed in particolare dalle componenti piu’ giovani.

Da Ambasciatore d’Italia ho un motivo in piu’, perche’ questo striscione scritto in serbo e in italiano, “ Zakon je Sloboda – Legalità è libertà”, ci dice che fuori dall’Italia l’italiano è anche la lingua della legalità”, oltre a quella dell’arte, della scienza e, in Serbia, anche dell’economia.

Adesso mi avvio a concludere passando all’inglese cosi’ l’interprete riposa.

And I will conclude with a personal note. I accompanied Procuratore Nazionale Antimafia Franco Roberti -whom I want to welcome back- in his previous visit in Belgrado. It was a little more than 2 years ago. And I clearly remember the meeting with his Serbian colleaguewhen we discussed the idea of a regional conference. During the same visit Mr Roberti participated to the launching event of a OSCE project. It was aimed at adapting to the Serbian Special Prosecutor’s Office a cutting-edge “case management software” developed by the Italian Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo (DNA) and donated to Serbia by the Italian Government. A software that highly increases prosecutors and police capabilities to conduct criminal investigations relying on the best IT systems.

Well I am very glad to see how far both projects have gone. You are here coming from different countries of the region and beyond. And that is project n.1. And OSCE project is being fully implemented and will be completed by the end of this year. And that is project n.2

Italy not only donated the software together with the know-how needed to operate it. Over the last months we have also been providing financial contributions to the OSCE project together with other donors such as US and Norway.

Now, I haven’t officially informed OSCE, I might have said something to Mr Roberti who has been very supportive of the entire initiative. But last week Italian Ministry of Foreign Affairs has allocated additional 30,000 euro, thus bringing the total Italian on this
project to 100.000 Euros.

Money is important of course. But our biggest investment is on an increased and enhanced cooperation and exchange of information between both the Italian and Serbian Prosecutor’s Offices. It is a real success story whose you will hear about later during this meeting as a “best practice” for an effective model of cooperation among prosecutors. The ultimate goal is to broaden at a
regional level the scope of the Italian-Serbian cooperation as a successful model to fight the organized crime connecting together, through this software, all the Prosecutor’s Office of the Western Balkans countries.

A better equipped judiciary is the best guarantee for strengthening the rule of law and ensuring an effective criminal justice system.
Both issues are at the core of Serbia’s EU accession negotiations in which Italy is strongly supporting the opening of chapters 23 and 24.

Let me conclude with special thanks to Special Prosecutor Nenadic, who -only a few months in his term- was able to build on the legacy of his predecessor and -with the great support of the OSCE Mission to Serbia- host this important meeting.

I wish all of you a fruitful work.”

 

Procuratore Roberti a Belgrado