Belgrado, 26 gen – (Nova) – Si e’ tenuto oggi un incontro alla presenza dell’ ambasciatore d’ Italia a Belgrado, Giuseppe Manzo, con gli studenti della sezione italiana del III Liceo della capitale serba. L’ evento rientra nel quadro delle iniziative promosse dalla Farnesina per le commemorazioni del Giorno della Memoria in ricordo delle vittime dell’ Olocausto. Per iniziativa dell’ Istituto italiano di cultura i giovani belgradesi, dopo aver approfondito in questi giorni il tema dell’ Olocausto nella letteratura italiana insieme al professor Giovanni Rubino, oggi hanno condotto una riflessione sulle tragiche vicende che hanno colpito il popolo ebraico nell’ Europa degli Anni ’30 e ’40 del secolo scorso. L’ incontro si e’ concluso con la proiezione del film “L’ oro di Roma” del regista Carlo
Lizzani.
“La memoria si tramanda con le immagini e con le parole. Per questo oggi, a settant’ anni di distanza, abbiamo deciso di ricordare le atrocita’ dell’ Olocausto proiettando un capolavoro del cinema italiano in queste aule dove giovani serbi, che studiano in italiano, sapranno nei prossimi settant’ anni trasmettere ad altri giovani la stessa memoria, sia nella loro che nella nostra lingua”, ha dichiarato l’ ambasciatore Manzo. Il film di Carlo Lizzani, liberamente ispirato al saggio “16 ottobre 1943” di Giacomo Debenedetti, racconta le vicende precedenti il rastrellamento del Ghetto ebraico di Roma, avvenuto il 16 ottobre 1943 da parte degli occupanti nazisti.
In quell’ occasione, le autorita’ naziste avevano intimato al presidente della comunita’ israelitica romana di consegnare 50 chili d’ oro entro due giorni e, in caso di mancata consegna, 200 capifamiglia ebrei sarebbero stati arrestati. Inizia cosi’ un’ affannosa ricerca che coinvolge tutto il Ghetto ma anche molti altri romani solidali con i loro concittadini ebrei, nella quale si innesta la difficile storia d’ amore tra lo studente cattolico Massimo e Giulia, ragazza ebrea che accetta di farsi battezzare per poterlo sposare, ma che poi, al momento della deportazione dei suoi correligionari, si unisce a loro, incapace di tradire le proprie radici.
–
(ANSA) – BELGRADO, 26 GEN – L’ importanza di non dimenticare gli orrori dell’ Olocausto e di fare in modo che la memoria della Shoah resti bene impressa nelle giovani generazioni e’ stata sottolineata dall’ ambasciatore d’ Italia a Belgrado Giuseppe Manzo, intervenuto oggi in occasione del Giorno della memoria, a una manifestazione organizzata dalla sezione italiana del Terzo liceo della capitale serba. “La memoria si tramanda con le immagini e con le parole. Per questo oggi, a settant’ anni di distanza, abbiamo deciso di ricordare le atrocita’ dell’ Olocausto proiettando un capolavoro del cinema italiano in queste aule,
dove giovani serbi, che studiano in italiano, sapranno nei prossimi settant’ anni trasmettere ad altri giovani la stessa memoria, sia nella loro che nella nostra lingua”, ha detto l’ ambasciatore Manzo.
–
Belgrado, 23 gen – (Nova) – Per non dimenticare e per trasmettere alle prossime generazioni la memoria di un momento buio della storia del mondo affinche’ tragedie quali l’ Olocausto rimangano come monito permanente contro discriminazione e odio. E’ quanto si legge in un comunicato dell’ ambasciata italiana a Belgrado, secondo cui l’ obiettivo della giornata di “lunedi’ 26 gennaio al III Liceo di Belgrado vedra’ protagonisti i ragazzi e le ragazze della sezione italiana in occasione del Giorno della Memoria per ricordare le vittime dell’ Olocausto. Per iniziativa dell’ Istituto Italiano di Cultura, i giovani belgradesi che hanno scelto di svolgere interamente in italiano il loro corso di studi superiori – che in questi giorni hanno approfondito il tema dell’ Olocausto nella letteratura italiana insieme al professore Giovanni Rubino – rifletteranno sulle tragiche vicende che hanno colpito il popolo ebraico nell’ Europa degli Anni ’30 e ’40 del secolo scorso”.
L’ incontro, al quale partecipera’ l’ ambasciatore italiano in Serbia, Giuseppe Manzo, si concludera’ con la proiezione del film “L’ oro di Roma” del regista Carlo Lizzani. Il film di Carlo Lizzani, liberamente ispirato al saggio “16 ottobre 1943” di Giacomo Debenedetti, racconta le vicende precedenti il rastrellamento del Ghetto ebraico di Roma, avvenuto il 16 ottobre 1943 da parte degli occupanti nazisti. “In quell’ occasione, le autorita’ naziste avevano intimato al presidente della comunita’ israelitica romana di consegnare 50 chili d’ oro entro due giorni e, in caso di mancata consegna, 200 capifamiglia ebrei sarebbero stati arrestati. Inizia cosi’ un’ affannosa ricerca che coinvolge tutto il Ghetto ma anche molti altri romani solidali con i loro concittadini ebrei, nella quale si innesta la difficile storia d’ amore tra lo studente cattolico Massimo e Giulia, ragazza ebrea che accetta di farsi battezzare per poterlo sposare, ma che poi, al momento della deportazione dei suoi correligionari, si unisce a loro, incapace di tradire le proprie radici”, conclude il comunicato.