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Giornata di Studio “Le riflessioni italo-serbe. L’eredità di Nikša Stipčević” presso l’Accademia serba delle Scienze e delle Arti

Giornata di Studio “Le riflessioni italo-serbe. L’eredità di Nikša Stipčević”

Accademia serba delle Scienze e delle Arti – Aula Magna


3 novembre 2014 – ore 9:30


 Programma e sommario della Giornata di Studio


 


Intervento di S.E. Giuseppe Manzo


Vorrei anzitutto salutare e ringraziare il prof. Nikola Hajdin (Presidente dell’Accademia serba delle Scienze e delle Arti); la moderatrice prof.ssa Mila Samardžić; la direttrice del Dipartimento di Italianistica dell’Universita’ di Belgrado, pro.ss Snezana Milinkovic, la direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura a Belgrado dott.ssa Sira Miori e tutti gli illustri Accademici, di Italia e Serbia, riuniti oggi per riflettere insieme sull’eredità linguistica e culturale lasciata dall’esimio prof. Stipčević.


La riflessione di oggi su questa eredità e sul prezioso contributo del prof. Stipčević alla diffusione dello studio della lingua e della letteratura italiana in quest’ampia regione dell’Europa balcanica e danubiana, è particolarmente tempestiva. Essa cade infatti, e non per caso, in quel periodo dell’anno tradizionalmente dedicato in tutte le Ambasciate e gli Istituti di Cultura nel mondo alla verifica dello stato di salute e alla promozione della nostra amata lingua. È quanto abbiamo fatto in Serbia con un fitto programma di iniziative organizzato dal nostro Istituto.


E proprio nei giorni scorsi, il 21 e 22 ottobre, si sono svolti a Firenze gli Stati Generali della Lingua italiana dedicati al tema “L’italiano nel mondo che cambia”. Arricchiti dai contributi dei numerosi soggetti coinvolti nell’azione di riflessione sulla promozione della nostra lingua e cultura all’estero (rappresentanti di scuole e università, docenti e allievi, studiosi, ricercatori, enti gestori dei corsi per le comunità italiane all’estero, Ambasciate, Consolati, Lettorati e Istituti Italiani di Cultura), gli Stati Generali hanno certificato la buona salute dell’italiano, senz’altro migliore di quanto si creda.


La straordinaria partecipazione di pubblico ma soprattutto la vivacità del dibattito che ha caratterizzato i lavori degli Stati Generali, con contributi arrivati via Web da ogni parte del mondo e confluiti in un “Libro bianco della lingua italiana”, ha confermato la forte domanda di “Italia” e di “italiano” che c’è oggi nel mondo.


L’italiano è oggi la quarta lingua studiata al mondo (è invece al secondo posto nelle scelte come “seconda lingua straniera” e al primo posto come “terza lingua straniera”) ed è l’ottava lingua usata su Facebook. Abbiamo oltre 4,5 milioni di italiani all’estero (senza contare gli studenti Erasmus e chi si trasferisce temporaneamente) e gli italo-discendenti sono stimati in 80 milioni: per dimensioni è la seconda diaspora al mondo dopo quella cinese. Il bacino di “italici” è di 250 milioni di persone: l’italofonia e l’italicità sono quindi molto forti.


L’Italia patria dell’umanesimo, l’Italia paese delle straordinarie bellezze artistiche e del più vasto patrimonio culturale al mondo contribuisce all’idea che nel mondo si ha dell’italiano come la lingua della cultura, con settori importanti come la lirica, l’arte e la letteratura che occorre continuare a preservare. Accanto a questa idea, sempre più l’italiano si sta affermando anche come vettore di conoscenze scientifiche e tecnologiche, da valorizzare a tutti i livelli, compreso quello economico.


In questo senso la Serbia rappresenta certamente un eccellente caso di scuola. Anche grazie ai notevoli studi del prof. Stipčević, la lingua italiana in questa parte di mondo è sempre stata straordinariamente diffusa. E lo è ancora di più oggi di pari passo con l’intenso sviluppo dei rapporti economici bilaterali, che fanno dell’Italia il primo partner commerciale e il primo investitore straniero in Serbia, grazie anche all’attiva presenza di oltre 600 piccole e medie imprese italiane che danno occupazione ad oltre 20.000 lavoratori serbi e dove la lingua italiana vuol dire cultura di impresa, progresso, innovazione e crescita economica.


Anche per questo l’italiano in Serbia si pone come lingua del futuro. Una lingua che, secondo i dati di quest’ultimo anno, è studiata da oltre 2.000 giovani serbi, contando gli studenti universitari di Belgrado e Novi Sad, dove operano due lettori italiani, e Kragujevac; gli iscritti ai corsi di italiano organizzati dall’Istituto Italiano di Cultura di Belgrado (tra cui anche funzionari dei Ministeri degli Affari Esteri, dell’Interno, della Difesa e, a breve, anche i parlamentari dell’Assemblea Nazionale); gli alunni della sezione bilingue italo-serba del “Terzo Liceo” di Belgrado.


Sono dati senza dubbio importanti che non considerano peraltro anche i numerosi studenti serbi che hanno scelto di svolgere il loro percorso di studi in Italia e che ogni anno frequentano le facoltà delle Università italiane ed i tanti amanti e cultori della nostra lingua iscritti ai corsi di italiano nelle scuole private.


In questo contesto già molto fertile spicca il Dipartimento di Italianistica istituito presso la Facolta’ di Filologia dell’Universita’ di Belgrado – a lungo diretto con risultati encomiabili dallo stesso prof. Stipčević al punto da diventare un autentico polo di eccellenza nell’insegnamento e diffusione dell’italiano in tutta la regione balcanica – che negli ultimi trent’anni ha formato oltre 2.000 laureati in Lingua e Letteratura italiana.


I risultati di questo sistema virtuoso sono sotto gli occhi di tutti. Oggi l’italiano è, insieme all’inglese, la lingua straniera più studiata in Serbia. Ed è anche tra le più lette! Proprio pochi giorni fa, in coincidenza con la XIV edizione della Settimana della Lingua Italiana nel mondo, dedicata quest’anno al tema “Scrivere la nuova Europa: editoria italiana, autori e lettori nell’era digitale”, ho visitato la redazione che cura il sito internet del Governo di Serbia perché dovete sapere che l’italiano ha l’onore di essere, insieme all’inglese, l’unica lingua straniera in cui sono tradotte le pagine del sito. E’ certamente questo un motivo di orgoglio ma che è anche il segno tangibile della grande attenzione e considerazione che questo Paese, a partire dalle sue massime Istituzioni, dedicano da sempre all’Italia e alla lingua italiana.



Serbia-Italia: aperta oggi a Belgrado Giornata di studio su eredita’ italianista Niksa Stipcevic
 
Belgrado, 03 nov – (Nova) – Si e’ aperta oggi a Belgrado la Giornata di studio sul tema “Le riflessioni italo-serbe.L’eredita’ di Niksa Stipcevic”, organizzata dall’Accademia serba delle scienze e delle arti e dall’Istituto italiano di cultura in Belgrado. I relatori,
esponenti dell’ambiente accademico serbo e italiano, hanno affrontato alcuni aspetti delle ricerche letterarie di Niksa Stipcevic (1929-2011), figura di primo piano nel mondo accademico e culturale serbo fin dall’inizio della sua attivita’ di docente di Lingua e letteratura italiana all’Universita’ di Belgrado. Nel corso della sua carriera ha ricoperto diversi incarichi, fra cui la direzione della
biblioteca dell’Accademia delle scienze e delle arti, di cui era diventato membro nel 1983. 

La Giornata di studio, intesa in primo luogo come un omaggio all’attivita’ scientifica del professor Stipcevic, ha dunque fornito l’occasione per approfondire alcune sue intuizioni e scoperte, che stanno alla base degli studi italianistici in Serbia. I lavori sono stati aperti da un intervento dell’ambasciatore d’Italia a Belgrado, Giuseppe Manzo, che  ha sottolineato l’importanza della riflessione compiuta sugli studi e il contributo di Stipcevic. “La riflessione odierna – ha detto Manzo – e’ particolarmente tempestiva. Essa cade infatti, e non per caso, in quel periodo dell’anno tradizionalmente dedicato in tutte le ambasciate e gli istituti di cultura nel mondo alla verifica dello stato di salute e alla promozione della nostra amata lingua. E’ quanto abbiamo fatto in Serbia con un fitto programma di iniziative organizzato dal nostro istituto”. 

In Serbia, ha aggiunto l’ambasciatore, anche grazie ai notevoli studi di Stipcevic la lingua italiana e’ sempre stata straordinariamente diffusa, e lo e’ ancora di piu’ oggi di pari passo con l’intenso sviluppo dei rapporti economici bilaterali, che fanno dell’Italia il primo partner commerciale e il primo investitore straniero in Serbia, grazie anche all’attiva presenza di oltre 600 piccole e medie imprese italiane che danno occupazione ad oltre 20 mila lavoratori serbi. Secondo i dati di quest’ultimo anno, l’italiano e’ la lingua straniera piu’ studiata in Serbia insieme all’inglese.

La direttrice dell’Istituto di cultura a Belgrado e coordinatrice d’area, Sira Miori, nel ricordare il prezioso contributo di Stipcevic ha sottolineato come la sua eredita’ si inserisca in un’idea europea che porta alla costituzione della macroregione adriatico-ionica. Il via libera alla macroregione e’ stato dato lo scorso 24 ottobre  nel vertice dei capi di stato e di governo dell’Ue, e  l’evento di lancio sara’ organizzato a Bruxelles il 18 novembre dalla presidenza italiana del Consiglio in cooperazione con la Commissione europea. Il piano coinvolge otto paesi europei, di cui quattro sono membri dell’Ue (Italia, Croazia, Grecia e Slovenia) e quattro sono candidati o potenzialmente candidati all’adesione (Albania, Bosnia-Erzegovina, Serbia e Montenegro).