DI FRONTE ALLA CRISI, L’UNIONE EUROPEA E’ CON LA SERBIA –
Se la Serbia continuerà a dimostrare impegno e risultati per l’adesione all’UE riuscirà nella visione 2020.
Chiunque invita a non votare alle elezioni kosovare agisce contro gli interessi della Serbia e dell’Europa.
L’Ambasciatore d’Italia a Belgrado, Giuseppe Manzo, e’ un interlocutore piacevole. Forse perché una volta era giornalista, forse perché gli piace Belgrado, ama andare in bicicletta, o guardare i suoi figli giocare a calcetto ad Ada. Napoletano, è conciso e pronto a rispondere a tutte le domande. Compresa l aprima di “Politika”:
Come si spiega che questo governo serbo ha meritato cosi tanta fiducia dell’Occidente ancor prima di entrare in azione?
Non posso parlare di quale fosse l’appoggio di Londra o Parigi nel primo giorno, ma posso dire che la Serbia ha il costante supporto dell’Italia attraverso i nostri diversi governi. L’Europa chiede stabilità. Sì, a questo governo è stata data fiducia, ma non senza verifiche.
Ma non li avevate controllati prima?
Non siamo nel business di dare giudizi in base a questo o a quel passato. Noi siamo nel business di completare il progetto europeo con l’integrazione dei Balcani nell’UE. Chi lo sostiene lo consideriamo nostro amico. E penso che questo governo si stia impegnando a realizzare risultati.
Quindi avete creduto che avrebbe avuto risultati? Questo spiega quel fenomeno psicologico?
Si crede a chi è stato eletto dal popolo e vogliamo che continui a dare risultati. Mi piace la domanda, ma non vi è una risposta psicologica .
Non vi è dubbio che l’accordo di aprile sulla normalizzazione tra Belgrado e Pristina ha aperto alla Serbia la strada ai negoziati per l’adesione all’UE al prossimo gennaio. Il Primo Vice Primo Ministro del governo serbo ritiene che l’ adesione sarà raggiunta nel 2020. Scommetterrebbe su quell’anno?
Scommetto senz’altro che la cosa si realizzerà. Scommetto che tutti ci lavoreremo. Ma, come dimostrano i precedenti, non è possibile prevedere il risultato. Ho visto che il governo serbo può fare delle cose che non sono state compiute in passato. Forse possono farlo ancora, anche se sono solo sei anni davanti a noi. Sarebbe un grande successo. Se la Serbia continua a mostrare questo impegno avrà successo.
Non vi è alcun dubbio che il viaggio durerà per anni. Una delle prime prove sono le elezioni di domenica in Kosovo. Come valuta gli sforzi del governo serbo?
E’ importante che il governo serbo stia lavorando per convincere i serbi del Kosovo a votare. Non posso prevedere nulla, ma ho visto l impegno della Serbia per garantire elezioni regolari, perché è importante per il processo di apertura dei negoziati. Sono molto attivi.
Al recente Terzo Vertice Italia-Serbia ad Ancona, il primo ministro Enrico Letta ha detto che l’ingresso della Serbia nella UE è una ” priorità nazionale ” della politica estera italiana . Come questa priorità viene usata per abbassare le tensioni alla vigilia delle elezioni?
Incoraggiamo il governo serbo a dar prova di flessibilità e disponibilità al compromesso, come con le visite di Vucic, Vulin . Non sarebbe saggio perdere quanto è stato realizzato nel corso dei negoziati a causa di alcuni problemi tecnici o personali.
L’ambasciatore italiano a Pristina ha lo stesso messaggio alle autorità locali?
Insieme con l’Unione europea lo chiediamo a entrambe le parti. Avete raggiunto un accordo politico difficile. Ora rischiereste di rovinarlo con piccole, marginali questioni. Noi partiamo dalla convinzione che Belgrado e Pristina sanno che la normalizzazione dei rapporti sia nel loro reciproco interesse. Pensate che Dacic, Vucic o Thaci siano pronti a rovinare tutto?
Parlare di interessi comuni, sembra logico. Ma qui può accadere che qualche interesse non venga realizzato solo con l’obiettivo che anche l’altra parte non faccia altrettanto. E’ un rischio che potrebbe seguire i negoziati fino alla fine?
Questo è il motivo per cui incoraggiamo entrambe le parti in ogni occasione a non perdere la prospettiva più generale a causa di questo “approccio balcanico”, o anche “mediterraneo”: meglio perdere io per far perdere al mio nemico, anziché vincere insieme.
I risultati raggiungeranno gli standard previsti, per esempio l’affluenza alle urne?
In una recente dichiarazione dell’Alto rappresentante UE si invita alla “più ampia partecipazione possibile”. Siamo persone ragionevoli. Sappiamo che tre, quattro, otto per cento sarebbero poco, ma conosciamo le difficoltà sulla registrazione degli elettori e i rischi di fissare “linee rosse”.
Ma, ci sono varie forze politiche e sociali, il vescovo Amfilohije, che invitano a non votare.
Non è una questione di proclamazione della vittoria. Vittoria è elezioni regolari e con la più ampia partecipazione possibile dei serbi del Kosovo. Non mi riguarda per chi voteranno. Tutto quello che so è che chi invita a non votare sta lavorando contro gli interessi della Serbia. Chi lo fa, danneggia se stesso e chiude le porte dell’Europa .
Potrebbe sembrare interesse delle autorità di Pristina che più serbi votino per partecipare da domani nell’amministrazione, che a sua volta aiuta il consolidamento del Kosovo come stato riconosciuto o non riconosciuto. Perché loro bloccano le liste?
Sono questioni politiche interne. Ripeto, chiunque lavora contro la significativa affluenza dei serbi del Kosovo lavora contro gli interessi dell’Europa . Non è democratico. La partecipazione alle elezioni è la base della democrazia. Si tratta di uno storico, psicologico cambiamento di mentalità. Ecco perché questo apprezzamento nella leadership serba. Essi definitivamente investono la loro credibilità nei principi. A volte è necessario.
Ma se le elezioni non riusciranno, ciò potrebbe essere interpretato come fallimento di entrambe le parti, il che non corrisponderebbe alla realtà?
Sappiamo come stanno le cose. Abbiamo messo in chiaro a entrambe le parti che l’unica soluzione sono le elezioni corrette con la più ampia partecipazione possibile. Dopo tutto, il fallimento non è un’opzione e i leader di entrambe le parti lo sanno. Abbiamo confermato ad entrambi che scaricare le responsabilità sugli altri non è un’opzione.
Mentre sta cercando di districare il nodo del Kosovo, il governo serbo ha annunciato riforme dolorose. Vedete i risultati, vi sembra promettente?
Come in Europa, non ci sono risultati istantanei , non ci sono nemmeno a breve periodo . La base è stata posta. Il programma del governo serbo dice che esso vuole utilizzare gli strumenti a disposizione, sopratutto le leggi . Il governo è consapevole della situazione. E’ necessario un sistema giudiziario indipendente. L’Italia sostiene la lotta alla corruzione. Da ex giornalista, penso che sia importante il dibattito pubblico.
Seguite i media serbi e avete visto che alcuni di loro hanno assunto il ruolo del pubblico ministero, della magistratura . Annunciano arresti. Questo è un male per la magistratura, per i media e per le istituzioni statali?
Il forte impulso che è stato dato dal governo alla lotta contro la corruzione ne ha permesso l’accelerazione. Ora la magistratura deve adeguarsi alla velocità dello stimolo. Per quanto riguarda i media, è necessaria la legge, una buona ed efficace legge del parlamento. I media indipendenti sono il pilastro di un sistema democratico .
Quanto siamo lontani da questo?
Sarete sempre più vicini quando avrete una buona legge che garantisca ai media la libertà e l’indipendenza, il finanziamento, la sicurezza professionale .
I recenti cambi nel governo hanno portato i tecnici al posto del ministro dell’Economia e delle Finanze.
E la cultura ? Non dimenticate, il vostro vero potenziale a lungo termine sono l’agricoltura, il fattore umano, la ricerca e la cultura.
Anche l’Italia ha provato nel mezzo della crisi con i tecnici nel governo. E non ci è riuscita . È perché la quantità di politica pro capite è così grande che non permette ai tecnocratici di fare qualcosa?
I tecnici da noi hanno impedito il fallimento. Ma il paese deve essere guidato dai politici. Questo governo serbo non lo chiamerei tecnico.
Stiamo cercando di aiutarci da soli, coinvolgendo gli stranieri, per esempio, Franco Frattini .
Lui ha due vantaggi. Primo, l’autorevolezza in Europa e nella comunità internazionale. Prima di aver preso tale impegno personale si è consultato con José Manuel Barroso. E’ bene per voi avere qualcuno che possa chiamare Lady Ashton. Secondo, Frattini e’ da tempo un conoscitore della Serbia . Lui vi capisce meglio degli altri, e può aprire le porte .
Il processo di consolidamento economico e finanziario sarà doloroso. E’ possibile in Serbia un movimento anti-establishment come quello in Italia guidato da Beppe Grillo?
Non facciamo paralleli politici. Sono troppo complicati. Parlando invece delle reazioni sociali alle misure di crisi, qui l’UE può intervenire.
Ma l’Europa non ha abbastanza per aiutare se stessa?
Abbiamo molti programmi che sono destinati ai paesi candidati per aiutarli. La Serbia riceve da Bruxelles 200 milioni di euro. Le misure esistono, lo strumento c’è. Il FMI e la Banca Mondiale ne terranno conto. Stiamo parlando di una strada a doppio senso. Il Governo serbo ha adottato le misure e sa che la comunità internazionale lo appoggia. Ci saranno reazioni, molti scenari possibili, novità nei partiti. Non bisogna essere spaventati.
Ci sono due scuole di pensiero . La prima dice che se la Serbia farà il suo compito sul Kosovo sarà abbandonata dall’Occidente, e la seconda che per la stessa cosa dovrebbe essere ricompensata politicamente?
Non siamo più a scuola. Niente compiti. Non ci sono né abbandoni né premi . Non ci sono bastoni e carote. La Serbia lo fa perché è arrivato il momento storico ‘naturale’. Questa leadership lo ha capito. Questo è un bene. Questo è il risultato del tempo. E’ arrivato il momento giusto per far accadere alcune cose.
Vede nei politici una visione? Ho paura che da tempo viviamo in tempi nei quali dopodomani e’ futurismo.
Una domanda difficile. Non posso rispondere con elementi concreti. Ma il 2020 non è una visione?
Pensavo più al vagare tra le priorità: parti di aerei, i lamponi, i cheap, il mais , le automobili , lo zucchero?
Capisco. Parlate degli Emirati. La Serbia ha bisogno del “carburante per la crescita”. Cercare investimenti all’estero è anche parte della visione. Anche l’Italia lo fa.
Per essere più precisi: l’UE sta aiutando la Serbia a impostare le sue priorità in modo che, quando un giorno diventerà suo membro , possa prendere subito il suo posto nella divisione del lavoro. In altre parole, se ci sta dicendo quali sono i nostri vantaggi. Non cercate di coltivare le olive, mantenete l’allevamento del maiale.
Al Terzo Vertice Italia-Serbia in Ancona, abbiamo fatto proprio questo. Abbiamo definito un piano. È stato firmato. Due paragrafi definiscono tutto.
Bosko Jaksic
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Agenzia NOVA:
Kosovo: ambasciatore italiano a Belgrado, elezioni sono importante passaggio europeo per Balcani
Belgrado, 03 nov – (Nova) – Elezioni “regolari e con la più ampia partecipazione possibile dei serbi del Kosovo” costituiscono un passaggio importante per “completare il progetto europeo” e favorire l’integrazione dei Balcani nell’Unione europea. Con queste dichiarazioni riportate oggi dalla stampa serba, l’ambasciatore italiano a Belgrado Giuseppe Manzo ribadisce la necessità che le elezioni in Kosovo si svolgano regolarmente e con ampia partecipazione delle comunità serbe del nord.”Chi è contro la partecipazione al voto e’ contro gli interessi di Belgrado, di Pristina e dell’Europa” aggiunge Manzo nell’intervista pubblicata oggi sulla prima pagina del quotidiano di Belgrado “Politika”.
“L’Italia – spiega il rappresentante italiano in Serbia – ha molto incoraggiato Belgrado a favorire la partecipazione delle comunità serbe”, e il governo serbo si è impegnato, nella consapevolezza dell’importanza delle elezioni di oggi per l’apertura dei negoziati di adesione all’Unione europea prevista entro gennaio 2104. In vista di tale scadenza Belgrado ha anche chiesto aiuto nelle scorse settimane all’ex ministro degli Esteri Franco Frattini, che ha accettato di fornire la sua consulenza gratuita al governo serbo grazie anche al suo rapporto personale con il vicepremier Aleksandar Vucic.
Sulle difficoltà economiche della Serbia e sul tema delle riforme istituzionali annunciate da Belgrado, Manzo ha auspicato che la concreta adozione dei “difficili provvedimenti” varati dal governo serbo trovi il sostegno internazionale ed in particolare dell’Unione europea. “L’Italia sostiene in particolare l’impegno del governo nella lotta alla corruzione” ha dichiarato Manzo, che ha indicato nella giustizia e nell’informazione due delle priorità che le autorità di Belgrado devono affrontare.
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Agenzia ANSA:
Kosovo: elezioni; Amb.Manzo, cruciali per Balcani in Europa . “Boicottaggio e’ contro interessi Belgrado, Pristina, Europa”
ANSA – BELGRADO, 3 NOV – “Chi e’ contro la partecipazione al voto e’ contro gli interessi di Belgrado, di Pristina e dell’Europa”: così l’ambasciatore italiano a Belgrado, Giuseppe Manzo, ribadisce la posizione di Roma e di Bruxelles sulla
necessità che le elezioni di oggi in Kosovo si svolgano regolarmente e con la partecipazione delle comunità serbe del nord del Kosovo.
In una intervista pubblicata oggi sulla prima pagina del più autorevole quotidiano serbo “Politika”, il diplomatico italiano sottolinea come elezioni “regolari e con la più ampia partecipazione possibile dei serbi del Kosovo” costituiscano un passaggio importante per “completare il progetto europeo” con l’integrazione dei Balcani nell’Unione Europea.
Grazie anche al “sostegno” e all'”incoraggiamento” dell’Italia -prosegue Manzo nella lunga intervista – Belgrado si è “impegnata per favorire la partecipazione delle comunità serbe”, consapevole dell’importanza di questo passaggio per l’apertura dei negoziati di adesione della Serbia all’Unione Europea prevista entro gennaio prossimo. Era stato lo stesso presidente del consiglio Enrico Letta, al recente Vertice Italia-Serbia di Ancona, a definire l’ingresso della Serbia nell’UE una “priorità” della politica estera italiana. E proprio in occasione dell’incontro di Ancona il ministro degli esteri Emma Bonino e il suo omologo serbo Ivan Mrkic avevano sottoscritto un “piano d’azione” sulle priorità della collaborazione nel quadro del processo di adesione della Serbia.
Nell’intervista il rappresentante italiano a Belgrado si sofferma inoltre sulla crisi economica in Serbia e sulle riforme avviate dal governo serbo. “L’Italia sostiene l’impegno del governo nella lotta alla corruzione” ha dichiarato Manzo, che ha indicato nella riforma del sistema giudiziario e nella regolamentazione del settore dell’informazione alcune delle principali priorità per le autorità di Belgrado. Quanto alle misure di risanamento economico annunciate in queste settimane da Belgrado, Manzo si è detto fiducioso che l’effettiva adozione dei +”difficili provvedimenti” varati dal governo serbo vedrà il sostegno internazionale ed in particolare dell’Unione Europea. Nelle scorse settimane il Vice Primo Ministro serbo, Aleksandar Vucic, ha annunciato che proprio nel campo dei rapporti con l’Europa, ed in particolare del processo di adesione, si avvarrà della consulenza “personale” e “gratuita” dell’ex ministro degli esteri e commissario europeo Franco Frattini, di cui lo stesso Manzo nella sua intervista ha sottolineato l'”autorevolezza internazionale”.