Questo sito utilizza cookies tecnici (necessari) e analitici.
Proseguendo nella navigazione accetti l'utilizzo dei cookies.

ITALIA-SERBIA, DASSU’: IMPEGNO PER CONFERENZA INTERGOVERNATIVA 

Roma, 15 nov – Il viceministro degli Esteri Marta Dassù incontra il ministro per l’Integrazione Europea della Serbia Branko Ruzic e il Capo negoziatore serbo con l’Ue Tanja Miscevic.
Lo si legge in una nota della Farnesina, secondo cui “i significativi progressi nel percorso europeo di Belgrado e gli eccellenti rapporti bilaterali sono stati al centro dei colloqui che il viceministro Marta Dassù ha avuto oggi con loro”.
Dassù ha ribadito il forte impegno dell’Italia affinché venga convocata entro fine anno, o comunque non più tardi del gennaio 2014, la conferenza intergovernativa con la Serbia per l’effettivo avvio dei negoziati.
Comune la soddisfazione per gli eccezionali risultati raggiunti quest’anno in campo economico, con l’Italia primo investitore e primo partner commerciale di Belgrado.
(Red)



Ue: Dassu’, lavoriamo per conferenza con Serbia entro anno e dare avvio a negoziati, dice a collega Belgrado


(ANSA) – ROMA, 15 NOV – L’Italia e’ “fortemente impegnata” per la convocazione entro fine anno o a gennaio della conferenza intergovernativa dell’Ue con la Serbia per “l’effettivo avvio dei negoziati di adesione”. Lo ha reso noto il viceministro degli Esteri Marta Dassu’ incontrando il ministro serbo per l’Integrazione Europea Branko Ruzic e il capo negoziatore con l’Ue Tanja Miscevic.
Al centro dei colloqui – informa la Farnesina – sono stati i “significativi progressi” nel percorso europeo di Belgrado e gli “eccellenti rapporti bilaterali”. E’ stata anche espressa “comune soddisfazione per gli eccezionali risultati” raggiunti quest’anno in campo economico, con l’Italia primo investitore e primo partner commerciale di Belgrado, si aggiunge.



Italia-Serbia: Ruzic, grati a Roma per sostegno con Ue
Tour in capitali europee in vista consiglio Ue di dicembre


(ANSA) – ROMA, 15 NOV – “Siamo grati per il sostegno forte e sincero che abbiamo ottenuto dall’Italia e per l’elevato livello di comprensione delle nostre posizioni negoziali, in particolare sulla questione del Kosovo”. Lo ha detto il ministro serbo per l’Integrazione europea, Branko Ruzic, che in questi giorni a Roma, insieme al capo negoziatore di Belgrado con l’Unione Europea, Tanja Miscevic, ha incontrato il ministro per gli Affari europei, Enzo Moavero Milanesi, e il viceministro degli Esteri, Marta Dassu’.
Gli incontri sono stati definiti da entrambi ”molto proficui”, anche in vista dell’approvazione del quadro negoziale che dovrebbe avere luogo nel corso del Consiglio Europeo del 20 dicembre. “Ringrazio il governo di Roma anche per il grosso appoggio per far si’ che la conferenza intergovernativa possa tenersi al piu’ presto”, ha aggiunto Ruzic.



Serbia-Italia: ministro Integrazione Ue Ruzic, “sostegno di Roma per noi fondamentale


Roma, 15 nov  – (Agenzia Nova) – Belgrado vuole ottenere il sostegno di Parigi, Roma e delle altre capitali europee per evitare che ogni capitolo negoziale del processo di adesione all’Ue sia vincolato al Kosovo, come vorrebbero Londra e Berlino. E’ questo il senso principale della visita a Roma del ministro serbo dell’Integrazione europea, Branko Ruzic, e del capo negoziatore di Belgrado per il processo di adesione all’Ue, Tanja Miscevic. Il Regno Unito e la Germania hanno redatto un documento non ufficiale secondo cui tutti i capitoli negoziali devono essere valutati alla luce della normalizzazione dei rapporti con Pristina. “Noi consideriamo che le questioni che riguardano Kosovo e Metochia debbano essere discusse nel capitolo 35, come del resto ha chiarito anche la Commissione europea. Come reazione a questa posizione c’è stato un ‘non-paper’ da parte dei colleghi tedeschi e britannici. Comprendiamo la loro prudenza, che deriva dalle esperienze passate. Tuttavia, prima il governo serbo non era abbastanza credibile. Adesso la situazione è completamente diversa”, afferma il ministro serbo Ruzic in un’intervista esclusiva concessa a “Nova”.


La Serbia è in attesa del cosiddetto quadro negoziale, ovvero la “griglia” da seguire nei vari capitoli dell’acquis comunitario. Dopodiché sarà possibile dare il via alla prima conferenza intergovernativa (Igc) fra la Serbia e l’Ue, che dovrebbe tenersi a Bruxelles il prossimo 20 dicembre. La Germania e il Regno Unito sembrano però avere posizioni meno flessibili, rispetto a Bruxelles, per quanto riguarda il dossier Kosovo. “Siamo leggermente in disaccordo con il quadro negoziale”, afferma Ruzic. “Questo è il motivo per il quale stiamo visitando le maggiori capitale europee. Vogliamo spiegare la nostra posizione. D’altra parte, tuttavia, non spetta a noi a decidere la struttura di questo documento, che spero mostrerà un approccio di compromesso sostenibile, tenendo a mente anche la posizione di Berlino e Londra. Non sono ottimista o pessimista: sono solo realista”, prosegue il ministro serbo.


Il governo serbo, a detta di Ruzic, ha dimostrato credibilità firmando e applicando l’accordo per la normalizzazione dei rapporti con il Kosovo. “Penso che le nostre argomentazioni e il nostro approccio pro-attivo ci aiuteranno a spiegare la nostra posizione. Io non direi che questo documento non ufficiale anglo-tedesco rappresenti una nuova precondizione o un ostacolo: riflette solo l’approccio tradizionale del Regno Unito e della Germania, che noi capiamo perfettamente. Ma crediamo anche la nostra posizione debba essere compresa in pieno”. Il quadro negoziale, prosegue Ruzic, riguarda gli stati membri dell’Ue anche se “alcuni stati membri sono più uguali degli altri”. Il ministro si è detto comunque di fiducioso che Belgrado “dimostrerà abbastanza saggezza politica e credibilità per far sì che le nostre argomentazioni vengano prese in considerazione e che il quadro negoziale vada bene e, ovviamente, ci aspettiamo che l’Igc abbia luogo a dicembre, subito dopo l’adozione del documento, o al massimo a gennaio”.


“Per noi è molto importante ottenere un forte sostegno dalla Francia ma sopratutto dall’Italia, che non solo garantisce un sostegno onesto e sincero al nostro percorso europeo, ma dimostra anche una piena comprensione delle nostre posizioni”, sottolinea Ruzic. “Noi vogliamo iniziare: siamo pronti, abbiamo tutte le carte in regola e le capacità amministrative necessarie, come riconosciuto anche dalla Commissione europea. Non abbiamo tempo da perdere”, afferma ancora il ministro. La cooperazione con il Kosovo sarà comunque uno dei fattori principali per la buona riuscita del percorso europeo di Belgrado. Gli occhi della cancellerie europee saranno puntati questa domenica su Mitrovica nord, dove si svolgerà una ripetizione parziale del voto dello scorso 3 dicembre. Secondo Ruzic, le elezioni amministrative svolte in Kosovo sono state “complessivamente positive”, soprattutto a sud del fiume Ibar, dove l’affluenza dei serbi è stata superiore al 50 per cento, mentre nel nord è stata tra il 15 e il 22 per cento.


“Nel complesso il risultato delle elezioni è positivo. In tutto il Kosovo, soprattutto a sud dell’Ibar, dove vive la maggioranza dei serbi, l’affluenza è stata superiore al 50 per cento. Nelle tre municipalità del nord del Kosovo l’affluenza è stata tra il 15 e il 22 per cento”, spiega il ministro. “E’ un dato di fatto – prosegue Ruzic – che oggi il nostro primo ministro Ivica Dacic, nonostante gi incidenti sfortunatamente avvenuti lo scorso 3 novembre, si è recato in visita a Mitrovica nord, dove c’è stata una marcia di 3.000 persone che intendono partecipare alla ripetizione del voto questa domenica, ripetizione causata da incidenti che non sono stati gestiti correttamente”.


I cittadini di Mitrovica nord, secondo Ruzic, hanno paura: “Non è una questione di prendere parte o no alle elezioni ma è un problema di sicurezza”. Per il ministro, la responsabilità di quanto avvenuto lo scorso 3 novembre in tre seggi di Mitrovica nord, dove persone a volto coperto hanno fatto irruzione compromettendo il materiale elettorale, va divisa tra Pristina, Belgrado e Bruxelles. “Da parte nostra, però, noi non eravamo in una posizione per reagire quando questo è avvenuto perché non eravamo presenti sul terreno. Noi non siamo più responsabili di applicare lo stato di diritto a Mitrovica nord”, afferma il ministro serbo. “Ad ogni modo, a Mitrovica nord c’è stata una mancanza di coordinazione da parte di Osce, Eulex, Kfor e polizia del Kosovo. Nessuno ha reagito. Per tutta la giornata ci sono state violenze verbali e alla fine anche fisiche. Probabilmente lo scopo era di sospendere le elezioni, ma non hanno avuto successo”, continua il ministro Ruzic. “Dopo l’ultimo round negoziale tra Dacic e Hashim Thaci a Bruxelles sono state concordate tutte le misure di sicurezza da prendere”.


L’integrazione della Serbia nell’Ue porterà anche tanti euro. Il paese balcanico avrà a disposizione solo nel 2014 un totale di 200 milioni di euro di fondi Ipa (Strumento di assistenza pre-adesione), e man mano che Belgrado continuerà il processo di adesione europea queste somme saranno sempre maggiori. “E’ importante che la Serbia sia in grado di sfruttare questi fondi. Finora abbiamo assorbito fino al 90 per cento dei fonti europei messi a disposizione”, prosegue il ministro Ruzic. Per quanto riguarda le relazioni bilaterali con l’Italia, Ruzic ha sottolineato che Roma è al momento “in cima” alla classifica partner commerciale stranieri: “Spero che questa collaborazione possa svilupparsi ancora di più, e non mi riferisco solo alla Fiat: ci sono anche tante Pmi e compagnie che possono cogliere l’opportunità di produrre in Serbia e magari utilizzare anche le corsie preferenziali con Russia, Kazakhstan, Turchia, Bielorussia”.


Secondo il ministro serbo, inoltre, alcune aziende italiane attive in Romania hanno espresso interesse per le aziende di trasporto ferroviario merci della Serbia. Questo interesse, tuttavia, non può essere ancora concretizzato perché le normative serbe in questo particolare aspetto non sono ancora del tutto armonizzante con quelle europee. “Questo è qualcosa che spero potremo fare entro fine anno: il progetto porterà profitti alle nostre ferrovie e aiuterà le aziende italiane a ridurre il costo del trasporti delle merci dalla Romania all’Italia”, conclude Ruzic.