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LEGGI L’INTERVISTA DELL’AMBASCIATORE LO CASCIO SUL QUOTIDIANO “BLIC”!

L’Ambasciatore d’Italia uscente Lo Cascio a “Blic”:

“INCORAGGIAMO LA SERBIA AD ANDARE NELLA DIREZIONE GIUSTA”

Del futuro della Fiat, al percorso europeo della Serbia, alle impressioni che porterà dal nostro Paese, ma anche del recente Euro Song Contest, parla per Blic l’Ambasciatore uscente d’Italia Carlo Lo Cascio.

Dopo 10 anni la società italiana FIAT ha sospeso la produzione nell’impianto di Kragujevac e ora i lavoratori temono per il loro futuro. A cosa è dovuta questa situazione, come sono andati i negoziati con il Governo serbo e qual è il futuro per l’impianto e i suoi lavoratori?

Comprendo le preoccupazioni dei lavoratori ma il recente accordo siglato tra il Gruppo Stellantis e il Governo serbo rappresenta una svolta chiave per lo storico stabilimento FIAT di Kragujevac. La produzione di un nuovo modello di auto elettrica con marchio italiano a partire da fine 2024 rafforza una partnership pluridecennale e proietta la Serbia al centro della rivoluzione della mobilità sostenibile. Si tratta di un traguardo significativo che, sono certo, consentirà di salvaguardare i posti di lavoro dopo un periodo di inevitabile conversione della linea produttiva.

Il Primo Ministro Italiano Mario Draghi ha dichiarato che in caso di interruzioni della fornitura di gas dalla Russia, l’Italia avrebbe da perdere di più rispetto agli altri Paesi europei. L’Italia sta approntando un piano per prevenire le ricadute delle sanzioni europee nei confronti di Mosca?

Come la maggior parte dei Paesi europei, anche l’Italia sta affrontando le conseguenze economiche dell’aggressione russa all’Ucraina, in particolare sul fronte energetico. Il Governo italiano si è mosso celermente per trovare fonti alternative, firmando nelle scorse settimane importanti contratti di fornitura con vari Paesi nel Mediterraneo, nel Golfo, in Africa e nel Caspio. È stato messo a punto inoltre il “Decreto Energia’’, che contiene misure per accelerare gli investimenti nelle energie rinnovabili e aumentare la capacità di rigassificazione, sostenere imprese e famiglie e adottare misure di risparmio energetico. In questo modo contiamo di essere indipendenti dal gas russo entro la fine del 2024 con un piano che punta ad una più rapida transizione ecologica, anche grazie ad una serie di collaborazioni per lo sviluppo e lo scambio di rinnovabili sulla sponda sud del Mediterraneo.

L’Italia condivide l’idea del Presidente francese Emanuel Macron di una “Comunità politica europea” come strumento per l’UE per legarsi agli Stati non-membri?

L’integrazione europea ha seguito un percorso graduale, fatto di crisi e rilanci. La creazione di un modello sovranazionale continua a dimostrarsi l’unico strumento per unire gli interessi dei popoli europei ed esercitare influenza su eventi altrimenti al di fuori dalla loro portata. Occorre alimentare questo percorso, portando avanti quel processo verso un “federalismo pragmatico”, come lo ha definito il Primo Ministro italiano, Mario Draghi, e confrontarsi con tutti gli ambiti colpiti dalle trasformazioni in corso. Bisogna analizzare tutte le proposte, senza avere timore di considerare anche una eventuale revisione dei Trattati.

Quali sono i rischi che questo progetto si trasformi in una “sala d’attesa eterna” per i Paesi che hanno la prospettiva di diventare membri dell’UE e che posizione occupa la Serbia in questo quadro politico?

Le recenti sfide rappresentano un passaggio esistenziale per l’Unione Europea. La brutale aggressione russa all’Ucraina ha dimostrato che la pace in Europa non è scontata. I cambiamenti in corso nel contesto geopolitico fanno dell’integrazione europea dei Balcani Occidentali una priorità strategica ancora più grande. Al tempo stesso, le legittime aspettative di adesione non rappresentano una minaccia per la tenuta del progetto europeo ma, anzi, sono parte della sua realizzazione. E’ necessario seguire il percorso d’ingresso disegnato, percorrendolo però il più speditamente possibile. L’Italia è sempre stata una strenua sostenitrice dell’adesione della Serbia e dei Balcani Occidentali all’UE e continua a considerare le politiche dell’Allargamento, a cui è necessario dare nuovo slancio, uno dei pilastri nelle relazioni con i Paesi della Regione.

L’Italia sostiene il percorso europeo della Serbia. Quale sarà il compito principale del nostro nuovo Governo per quanto riguarda riforme e integrazione?

In questi anni la Serbia ha portato avanti con impegno riforme cruciali. Questi sforzi sono stati di volta in volta riconosciuti dall’UE e hanno consentito di raggiungere risultati importanti nell’avanzamento del negoziato di adesione, da ultimo con la riforma della giustizia. Resta però ancora molto da fare. L’auspicio è che la nuova Assemblea nazionale e il nuovo Governo, sin dal loro insediamento, proseguano con convinzione il lavoro che è stato già avviato sin dal loro insediamento. L’attuale congiuntura internazionale, caratterizzata dalla guerra in Ucraina, impone alle istituzioni serbe ulteriori sforzi, in particolare in materia di allineamento alla Politica Estera e di Sicurezza comune. Come Paese amico li incoraggiamo a lavorare nella giusta direzione

Dopo alcuni anni trascorsi in Serbia, di quali iniziative che hanno avvicinato i due Paesi è maggiormente fiero?

L’Italia e la Serbia sono legate da una profonda amicizia e tengo a ricordare quando ad aprile 2020, nel momento più difficile della pandemia in Italia, il Presidente della Repubblica Vucic ha donato al nostro Paese oltre cinque milioni di dispositivi di protezione individuale. A questo si aggiungono i numerosi e frequenti incontri istituzionali e le dinamiche relazioni economiche che hanno consentito di raggiungere cifre record nell’interscambio commerciale, sfiorando i 4 miliardi di € nel 2018 e superandoli nel 2021.

Come ricorderà il tempo trascorso in Serbia? Cosa le mancherà di più?

La Serbia è un Paese a cui resterò molto legato, avendo trascorso ben 7 anni della mia vita a Belgrado, dal 2005 al 2008 come Primo Consigliere e poi dal 2018 ad oggi come Ambasciatore. Porterò con me un bellissimo ricordo: non mi sono mai sentito straniero ma anzi sempre un ospite ben accolto. Si è trattato di un periodo molto intenso in cui abbiamo affrontato situazioni eccezionali e non prevedibili ma, grazie all’eccellente collaborazione e al rapporto di fiducia reciproca costruito con tutte le istituzioni, abbiamo rafforzato quel ponte ideale che collega Roma e Belgrado.

“HO FATTO IL TIFO ANCHE PER KONSTRAKTA”

L’Italia ha ospitato quest’anno l’Eurovision song contest. Quali sono le sue impressioni della competizione e cosa pensa della nostra concorrente Konstrakta and e della sua canzone?

L’ESC ha rappresentato un bellissimo festival ospitato in una delle città italiane più rappresentative: Torino. La competizione è stata agguerrita, con esibizioni e artisti di assoluto spessore che hanno emozionato il pubblico con le loro voci. Personalmente oltre che per l’Italia ho fatto il tifo anche per Konstrakta autrice di una vera e propria performance artistica di rilievo, che è stata apprezzata – come hanno dimostrato i risultati – anche dal grande pubblico.

 https://www.blic.rs/vesti/svet/ohrabrujemo-srbiju-da-ide-u-pravom-smeru-odlazeci-italijanski-ambasador-lo-kaso-za/6l4lzd6